Cercherò di essere il più obiettivo possibile, ma "Perseverance" degli americani
Zandelle è uno di quei dischi in grado di risvegliare sensazioni antiche, di un tipo di metal sempre più difficile da ascoltare. Stiamo parlando di power metal. Gli Zandelle hanno già all’attivo 4 dischi prima di questo, sono partiti dal classico US metal per trovare poi con il gioiellino "Twilight On Humanity" (peraltro bistrattato su questo portale) un equilibrio tra la spigolosità tipica delle bands americane e la scioltezza di un certo approccio teutonico/svedese. Era dal 2009 che non proponevano materiale inedito e ora sotto contratto alla Pure Steel Records ecco che fanno uscire
“Perseveranza” e mai titolo fù più appropriato per una band che ha fatto dell’underground la sua bandiera per eccellenza. Guidati dall’ugola squillante di Geoge Tsalikis, il frontman originale dei Gothic Knights (altra band di cui un giorno bisognerà parlare). C’è da dire che la voce di Tsalikis col tempo si è fatta più matura e calda in grado di sfumature, soprattutto nei brani più cadenzati, che in passato non si erano mai sentite. Altra novità del disco è l’innesto a pieno organico del tastierista Josh Tuckman. In passato era Tsalikis ad occuparsi delle tastiere che avevano comunque avuto un ruolo marginale, mentre ora i tasti d’avorio davvero sorprendenti di Tuckman, danno alla musica degli Zandelle una profondità e una varietà veramente notevole. L’effetto che tutto questo produce è come la sensazione di ascoltare i Rainbow d’annata che suonano “power metal”. Ma la cosa che a mio avviso rende davvero speciale questo lavoro è la qualità media dei brani. Si parte con "Unending Fortitude" che vi dico subito è il pezzo che meno mi ha colpito perché seppur ben fatto si rifà in maniera troppo semplicistica alla tradizione dei migliori Hammerfall. Ma dalla traccia 2 e fino alla fine si cambia realmente marcia. "Lycanthrope" è US metal ai massimi livelli, trascinante ma mai smielato, con un finale al cardiopalma, ma è con "Shadows Slaves" che i nostri calano il primo capolavoro; brano cadenzato (quasi doom) spezzato da una parte centrale veloce con un Tsalikis interprete di una linea melodica veramente vincente, grande anche la parte strumentale con i duelli fra le chitarre e la tastiera. "End Game" è un altro gioiello, un tempo veloce ma non velocissimo che ha la caratteristica di un ritornello di non facilissima presa istantanea ma che alla fine si schiude come un fiore d’acciaio in tutta la sua epicità. Echi dei migliori Iced Earth o dei primissimi Savatage in "Beyond The Point" dall’incendere mistico e cadenzato.
Ma è dalla traccia 7 che i nostri calano tutti gli assi, iniziando da "Innocence Lost" una straordinaria power ballad a metà tra Savatage e Riot (non siete ancora svenuti), e qui Tsalikis è veramente da applausi. "Midnight Reign" è US metal allo stato puro, epica e trascinante e potente, mi ha ricordato i Vicious Rumors di "Welcome To The Ball". Il trittico finale è un disco nel disco. La title track è un’inno, un’inno alla rivalsa per una vita che non sa più di nulla, una rivincita per tutti quelli costretti all’appiattimento dal sistema di questo mondo, è un modo in cui gli Zandelle ci dicono di uscire dalle nostre gabbie di anonimato e riprenderci in mano la nostra esistenza e l’onore e la dignità umana che ci è stata sottratta per troppo tempo. Sfido chiunque a non provare queste sensazioni sentendo intonare il ritornello in canto e controcanto fra Tsalikis e il coro. Epicità assoluta. Brividi e applausi. Rallentiamo, ma non in qualità, con "Avenger Of The Fallen", raffinata, oscura e strumentalmente perfetta, clamorosa soprattutto la fuga che conclude il brano. I nostri però hanno deciso di stupirci e piazzano alla fine il brano migliore, "Revengeance (From Of The Ashes)", 7 minuti di quinta essenza di power metal, una lezione di efficacia, non banalità, bravura tecnica, feelings e ricerca di linee melodiche immediate ma mai scontate o banali. E qui si gode ma si gode sul serio.
Perseveranza, la perseveranza di un gruppo che non si è accontentato di essere un gregario, che ha usato il tempo nel migliore dei modi, per ricercare l’ispirazione e forgiare brani eccezionali. Gli Zandelle non sono e mai saranno dei fenomeni, non passeranno alla storia, neanche del metal, non cambieranno la vita di nessuno, ma hanno una cosa dalla loro parte, la vita, la passione sconfinata per la musica che suonano e la Perseveranza, che gli ha permesso di scrivere il loro capolavoro, nonché uno dei migliori dischi power metal degli ultimi lustri. Per il vostro umile scribacchino, sono miliardari e primi in classifica in tutte le charts del mondo. Date una chance a questo disco e godete, godete di
metal at its best.A cura di Andrea “Polimar” Silvestri
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