Una denominazione particolare come
Vaio Aspis metteva al riparo dal rischio della più classica delle “cantonate”, ma è stato comunque necessario controllare attentamente che gli autori di questo “Radica” fossero gli stessi di “Be the other”, a suo tempo analizzato dal sottoscritto su queste stesse
gloriose colonne.
Dall’inglese alla madrelingua, dalle suggestioni di un
post-grunge metallizzato a una forma di
crossover piuttosto corrosivo e intenso, per il quale è stata necessaria la presenza di due
vocalist, capaci di sostenere in maniera efficace scansioni verbali che risultassero tanto eloquenti quanto fluide … in quattro / cinque anni è cambiato parecchio nelle modalità espressive della
band veneta, le cui esigenze di “denuncia sociale” necessitavano evidentemente di uno sfogo adeguato.
Personalmente, da vecchio estimatore di autentici
rivoluzionari come Rage Against The Machine, One Minute Silence e Downset, e della loro “controparte” autoctona così ben rappresentata da gente del calibro di Ariadigolpe, Magazzini Della Comunicazione e Linea 77, non posso che accogliere con benevolenza questa metamorfosi stilistica, apprezzando anche il coraggio di indirizzarsi verso un suono non esattamente al centro degli interessi del
business discografico contemporaneo.
Aggiungiamo che i vicentini sembrano piuttosto a loro agio nel “nuovo” contesto e otteniamo un dischetto abbastanza gradevole e coinvolgente, pur nella sua pressoché assoluta devozione a strutture musicali diventate, dopo la spinta innovatrice iniziale, molto codificate e rigorose.
Insomma, anche come novelli “interpreti del dissenso” i Vaio Aspis avrebbero bisogno di caratterizzare meglio la loro proposta, con l’obiettivo primario di distinguersi maggiormente dai modelli e da quel barlume di “retorica” che contraddistingue l’impianto narrativo.
Esauriti i consigli da “bravo recensore”, è necessario rilevare la notevole forza d’urto di “Sono ancora qui”, “Nuovo giorno”, “Con il tempo il cane impara a sentire l'odore di rabbia” (forse il brano migliore del lotto), e della feroce “Sotto ricatto” (e qui affiorano pure i grandi Sistema Informativo Massificato), mentre il
background più tipicamente
alternative della formazione emerge, e con risultati non pienamente convincenti, nella soffusa “L'eternità in un attimo” e in “Quel vuoto in te”.
Un cambio di rotta interessante, dunque, da consolidare e personalizzare ulteriormente … per quanto possa contare, il mio “tifo” lo avete conquistato …
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