Quando qualche mese fa mi capitò in mano la riedizione europea del disco dei
Pop Evil, accompagnati dal solito clamore mediatico made in USA, girava la notizia che il nuovo album sarebbe arrivato nel 2015. Piacevolmente puntuali, ecco arrivare nel mio stereo post-estivo questo "
Up", formalmente quinto album della formazione statunitense ma solo terzo uscito in Europa.
I Pop Evil, capitanati dall'ottimo
Leigh Kakaty, non cambiano di una virgola il loro sound e, soprattutto, dimostrano di non aver letto una virgola della mia recensione passata: perchè un disco così lungo se poi lo devi riempire di filler? Davvero, non lo capirò mai..saranno regole del mercato, ma suonano stupide quanto alcuni dei brani di "Up", davvero trascinati per i capelli nel disco.
Fatto salvo questa personalissima premessa, il nuovo disco dei 5 del Michigan suona terribilmente simile al passato, col rischio di auto-plagio sempre dietro l'angolo. Non è male eh, chiariamoci, piacevolissimo da ascoltare e di indubbia compagnia, ma brani come "
Ways to Get High" o "
Take It All" non riescono a staccarsi di dosso l'etichetta di "già sentito". Un giro nello stereo e la voglia di farsi riascoltare è davvero poca, a differenza di quanto succedeva col precedente "Onyx", album trascinante e di impatto indubbiamente maggiore.
Che dire quindi, gruppo finito? Ma neanche per sogno, non scherziamo. Un passo falso, se di passo falso si può parlare in occasione di una sufficienza, che non intacca minimamente il valore di una band dal potenziale enorme. Una virata verso soluzione più originali e aggressive potrebbe essere il deciso passo verso la consacrazione dei
Pop Evil nel panorama alternative mondiale.
Quoth the Raven, Nevermore..
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