Antefatto Ho preso questo disco per pagare pegno dopo un epic fail in redazione e, come sempre, mantengo la parola. Mannaggia a me...
Avviso ai naviganti Parole forti.
Se torno a nascere divento la più grande puttana sulla faccia della terra. Prendo cazzi a destra e a manca, prendo soldi, prendo per il culo... prendo tutto. Naturalmente prendo anche un contratto discografico, perché se esco le minne e troieggio allegramente, so bene cha la cara e vecchia faiga (seppur in crisi) mi farà arrivare qualcuno attirato dai pussy-dollars. E chi me lo fa fare di buttarmi nella musica in modo serio se arriva una
Century Media qualunque che mi paga per le mie mammelle? Eh!
Che il metalcore non sia il mio genere di riferimento penso sia ovvio ma qui gente non si tratta di parlare di una band che ha scelto, che crede, che vuole fare musica in questo discutibile stile, qui si tratta del nulla. Queste
Butcher Babies, assieme ad altri carrozzoni carnevaleschi (leggi
Baby Metal) sono una presa per il culo per chi questa musica la vive, non aggiungono niente al panorama musicale se non la loro insolenza.
Parentesi semiseria Visto che il disco l'ho ovviamente ascoltato (e mi sono andato a risentire quello prima) mi sembra comunque giusto, oltre al mio disprezzo per queste "operazioni", buttare due righe sulla musica contenuta il questo
Take It Like A Man che, incredibilmente, si dimostra più concreto, più violento e duro del suo ignobile predecessore. Ci sono meno aperture pulite, la sezione ritmica ha suoni grossi e potenti e pesta davvero forte su brani che sono costruiti mescolando tutti gli ingredienti di questo tipo di musica, ovvero i peggio
In Flames, i più orridi
Soulfly,
In This Moment,
Slipknot, un pochino di
Lacuna Coil (
Thrown Away), più una spruzzata di nu e breakdown come se piovesse, giusto per non farsi mancare nulla.
I pezzi più pestoni e carichi non sono mai cattivi per essere considerati credibili, ci sono pure alcuni blast beat con voci filtratissime su
Marquee e tutto questo viene alternato ad altri brani con gli immancabili ritornelli canticchiabili, facili, paraculo. Si sfocia infine in pezzi più tranquilli, melodici di pseudo-goth-commercialissimo con cantato pulito come la già citata
Thrown Away. Naturalmente Il tutto è molto disomogeneo e non ha una direzione precisa. Prima sembra più thrash, poi nu metal poi pattume...
Fine parentesi semiseria.
Per vendere bene il culo hanno cercato di piacere un po' a tutti i giovincielli buttandoci dentro tutto quello che tira.
Poi, parliamo del cantato? Le due maialozze adottano due scream pressoché identici, ma a che servono due "cantanti" se l'alternanza è inutile?
Mentre tre membri picchiano sui loro strumenti cercando di fare uscire qualcosa (doppio senso casuale, sorry), le nostre due sgallettate sbraitano nervosamente rimembrando i versi gucciniani "
à n'hò ciapé di bi pzulon, com'èren bêi, com'èren bõn" (per i non emiliani, si tratta di un’antica misura bolognese: esisteva il braccio, la pertica e il pezzolone).
Ma non vogliamo stare qui a farne una colpa.
Heidi e
Carla prendono da me voti molto alti quando le cerco sotto busty milf, big boobs, dirty brunette, pov redhead, ecc... musicalmente parlando devo però valutare un disco creato, prodotto e distribuito da un'etichetta che cerca di sfruttare un trend avvalendosi di due mezzi da sbarco con tette per farsi breccia nel portafogli di giovani in crisi ormonale.
In queste righe ci vado pesante con termini e palate di maschilismo ma se qualcuno si sente offeso ha sicuramente la coda di paglia. Non puoi presentare un disco con due vacche ingoiatrici di falli spacciandole per le regine dello slut metal (il metal delle puttane) e poi non essere coerente.
Ci vediamo su xvideos.