Ritornano i Jacobs Dream, band che avevo trovato assolutamente sconvolgente nel debutto omonimo del 2000; fu un lavoro senza pari nel panorama di quegli anni, contraddistinto da soluzioni lontane dagli stilemi del power trend di allora, con atmosfere uniche e un'intelligenza musicale fuori dal comune. Dal vivo la band non era da meno, con il monumentale David Taylor assolutamente perfetto, e ancora ricordo la loro strepitosa esibizione a Balingen nel Bang Your Head 2000. Cinque anni sono passati da allora, ed ecco uscire "Drama of the Ages", arrivato dopo mille difficoltà che hanno segnato, tra l'altro, l'arrivo di Chaz Bond alla voce al posto del singer originale. In mezzo, un album quale "Theater of War" che aveva deluso molti e che non aveva mantenuto il livello qualitativo del suo predecessore. "Drama of the Ages" in questo senso, è il naturale proseguio verso il declino qualitativo, con un sound ben lontano dagli esordi e sempre più vicino al power metal più banale; in tal senso pesa molto anche il cantato impostato di Chaz Bond, tecnico, ma assolutamente anonimo. Dalla title-track già emerge la scontatezza di un lavoro che sa di ritrito e che proprio non riesce a riproporre le atmosfere commoventi e trascinanti di canzoni quali "Kinescope" o "Scape Goat". Per chi, come me, si era letteralmente innamorato della band di Columbus, è davvero un' impresa titanica arrivare alla fine di un album piatto e monotono come questo. E' un vero peccato, perchè le premesse per una grande carriera c'erano tutte; per quanto mi riguarda, a meno di colpi di scena futuri, i "miei" Jacobs Dream" nascono e finiscono nel giro di quattro anni, dal 1996 al 2000.
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