Copertina 6

Info

Anno di uscita:2015
Durata:40 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. NUMB
  2. ALL MY PEOPLE
  3. BONEYARD
  4. I'M LIVING
  5. NO ANGELS
  6. GOODBYE FOREVER
  7. RIDE WITH ME
  8. ALL I NEED
  9. BACK TO THE DRIVE
  10. BAD DECISIONS

Line up

  • Tracii Guns: guitar
  • Rudy Sarzo: bass, vocals
  • Rikki Rockett: drums, vocals
  • Brandon Gibbs: vocals, guitar

Voto medio utenti

L’unione di vecchie glorie non sempre fa la forza, anzi…gli esempi di disastri proposti da sedicenti “superband” sono spesso arrivati alle nostre povere orecchie. In questo caso, c’è da dire che quantomeno il debutto dei Devil City Angels si mantiene ampiamente sufficiente, ma di certo leggendo la biografia prima di procedere all’ascolto sarebbe stato quantomeno lecito aspettarsi qualcosa in più.

I componenti della band sono nientepopodimenoche: Tracii Guns (L.A. Guns) alla chitarra, Rikki Rocket (Poison) alla batteria, Rudy Sarzo (Quiet Riot, Ozzy Osbourne) al basso e Brandon Gibbs (Cheap Thrill) alla voce. Insomma, di certo un quartetto che qualcosina negli anni ha dimostrato e che sicuramente può avere ancora molto da dire e da dare alla scena. Eppure questo disco ha qualcosa che non va.

Iniziamo però dai lati positivi: produzione moderna ma saldamente ancorata al sound di fine anni settanta, arrangiamenti per palati raffinati e voce calda e rassicurante. Il rock proposto dalla band è colto e ben confezionato…ma veniamo ai “ma”.

Innanzitutto, è un disco che ha bisogno di parecchi ascolti: quando si tratta di rock e hard rock questo è un enorme limite, perché vuol dire, semplicemente, che la botta che dovrebbe regalarti non esiste. Il songwriting risente di una certa staticità e i brani scorrono sicuramente piacevoli ma ben poco memorabili, senza mai regalare un ritornello da applausi o un riff da ricordare. Sembra quasi che i nostri baldi giovani si siano ritrovati in sala prove con la regola di “non osare” scritta a chiare lettere sui muri: niente sussulti, niente corse, solo una piacevole, ma anonima, mistura di rock classico e hard rock.

Non è un disco insufficiente, perché le schifezze stanno di casa altrove, ma nemmeno un album da rincorrere e ricordare. Provate magari un ascolto preliminare, se i nomi coinvolti vi incuriosiscono. Per quanto mi riguarda si tratta di una mezza delusione, si può e si deve offrire di più per essere veramente efficaci.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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