Album di debutto per i capitolini
Sailing To Nowhere, che si presentano a noi con questo "
To The Unknown".
Basically, la band è un 6-piece che suona un power metal molto vario e un filo tastieroso, sorretto da una sezione ritmica potente e dalle due voci di
Marco Palazzi e
Veronica Bultrini, che si dividono abbastanza equamente le parti più potenti (egli) e le sezioni più delicate ed ariose (ella), pur sconfinando piacevolmente l'uno nel campo dell'altra.
Produzione discreta, qualche guest di rilievo ed una carriera in partenza; i STN avrebbero tutte le carte in regola per riuscire nel botto. Diciamo però che, in linea di massima, le canzoni di questo debut peccano a volte di originalità, sia nelle linee vocali che nelle sequenze armoniche; mi è capitato, più di una volta, di ascoltare passaggi un pò scontatelli (il chorus di "
Fallen Angel" è la prima cosa che mi viene in mente, o "
You Won't Dare"). Per fortuna, il mood generale è molto potente e convinto, così che i pezzi trascinanti non manchino. Tra i tanti, vi cito come esempio:
- "
No Dreams in my Night", ottima e convincente opener
- "
Lovers on Planet Earth", sorta di ballad piano-driven, che fa molto Leaves' Eyes, ma dove anche la voce di Marco la fa da padrona, soprattutto nella morbida prima strofa
- "
Sailing to Nowhere", che potete ascoltare e vedere in calce.
Chiude il tutto la cover di
Anastacia "
Left Outside Alone", che solo per la scelta va ad inficiare tutto il lavoro fatto in sede di costruzione dell'immagine (tatuaggi, body painting, navi in tempesta, un immaginario più o meno vichingoso). Idea insolita e coraggiosa (avventata?), ma song troppo abbassata di tonalità per la brava Veronica, che perde la pasta sonora della sua voce soprattutto nella prima strofa, dove servirebbero basse calde e tonde. Si poteva evitare, diciamolo.
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