Il rientro di
Daniel Tompkins dietro il microfono ha sicuramente dato ai britannici
TesseracT una nuova energia, e nuovi (vecchi) colori da aggiungere alla propria paletta. Ne è stato un esempio il
live album uscito pochi mesi fa, ne è la conferma definitiva il terzo full length della band, a titolo "
Polaris". Detto in poche parole, il nuovo album è un viaggio onirico e inaspettato dentro una musica che fatica ad accettare steccati e definizioni, che gioca con gli stili e gli arrangiamenti come un gatto col topo, che si traveste da morbido felino per poi tirar fuori gli artigli quando meno te l'aspetti. Salvo poi fare le fusa al tuo corpo martoriato di graffi e ferite.
"
Dystopia" apre i cancelli di questo strano mondo a cavallo tra il prog, un certo post-rock apocalittico e suoni in linea con la new wave del metal progressivo, e mi vengono in mente i Between the Buried and Me o i Periphery, con la importante differenza che qui si pesta sull'acceleratore con molta attenzione e misura, preferendo scelte "spaziali" e atmosferiche a sfuriate fini a se stesse. Ascoltate la bellissima "
Phoenix" fortemente incentrata (come tutto l'album del resto) sulle linee vocali di Daniel, o il singolo "
Survival", ammantato di layers e mai simile a se stesso, nel suo conturbante incedere.
"Polaris" conferma i
TesseracT come una delle band più innovative da me ascoltate negli ultimi anni. Intelligenti, difficili da fruire, e proprio per questo estremamente affascinanti.
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