Tornano i teutonici duri e puri
Rebellion con la loro usuale carica heavy e la loro missione di raccontare gli antichi miti e leggende delle popolazioni germaniche. Dopo il trittico dedicato alle gesta ed alla mitologia norreni, passando per il barbarico
"Arminius - Furor Teutonicus", la band di
Michael Seifert si getta con quest'ultima uscita nel mondo anglosassone, citando sin dal titolo una delle più antiche frasi in antico inglese:
Wyrd bið ful aræd (
"Il Fato rimane completamente inesorabile").
Sicuramente il disco precedente non aveva destato molto interesse, essendo composto per la maggior parte da pezzi riempitivi che diminuivano terribilmente il valore dell'album e intaccando la qualità dei dischi sino ad allora proposti dai
Rebellion; quest'ultimo
"Wyrd bið ful aræd - The History of the Saxons" invece innalza lievemente il pregio delle composizioni, ma siamo ancora abbastanza distanti da
"The History of the Vikings", verosimilmente più vicini a
"Born a Rebel" e un po' sotto
"Shakespeare's Macbeth" (debut album che ai tempi non incontrò molto i favori della critica a causa delle molte tracce narrate che allungavano troppo la durata dei brani).
Le caratteristiche di questa nuova fatica dei
Rebellion rimangono inalterate: un heavy metal di stampo classico, sempre vicino ai progenitori Grave Digger, con la ruvida voce di Seifert a guidare un quartetto di musicisti di tutto rispetto. Nessuna novità da segnalare dunque, anche se la band non si può certo criticare per la passione che mette in ciascun full-length. Già dall'opener
"Irminsul" si rispecchiano le peculiarità del sound del gruppo teutonico, fattore che manderà in visibilio i fan e che, con tutta probabilità, spingerà i detrattori a bloccare da subito lo scorrere della musica.
Nessun effetto speciale quindi, solamente il solito heavy metal quadrato e compatto. Un disco da segnalare ancora una volta agli amanti del metallo tradizionale e una nota di merito ai
Rebellion per la coerenza!
Video di "Hengist"
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