Rebellion - Wyrd Bið Ful Aræd: The History Of The Saxons

Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:54 min.
Etichetta:Massacre Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. IRMINSUL
  2. GOD OF MERCY
  3. SAHSNOTAS
  4. TAKE TO THE SEA
  5. HENGIST
  6. RUNES OF VICTORY
  7. SLAVE RELIGION
  8. THE FALL OF IRMINSUL
  9. HAIL DONAR
  10. BLOOD COURT
  11. THE KILLING GOES ON
  12. WYRD BIÐ FUL ARÆD

Line up

  • Michael Seifert: vocals
  • Tomi Göttlich: bass
  • Oliver Geibig: guitar
  • Stephan Karut: guitar
  • Timo Schneider: drums

Voto medio utenti

Tornano i teutonici duri e puri Rebellion con la loro usuale carica heavy e la loro missione di raccontare gli antichi miti e leggende delle popolazioni germaniche. Dopo il trittico dedicato alle gesta ed alla mitologia norreni, passando per il barbarico "Arminius - Furor Teutonicus", la band di Michael Seifert si getta con quest'ultima uscita nel mondo anglosassone, citando sin dal titolo una delle più antiche frasi in antico inglese: Wyrd bið ful aræd ("Il Fato rimane completamente inesorabile").

Sicuramente il disco precedente non aveva destato molto interesse, essendo composto per la maggior parte da pezzi riempitivi che diminuivano terribilmente il valore dell'album e intaccando la qualità dei dischi sino ad allora proposti dai Rebellion; quest'ultimo "Wyrd bið ful aræd - The History of the Saxons" invece innalza lievemente il pregio delle composizioni, ma siamo ancora abbastanza distanti da "The History of the Vikings", verosimilmente più vicini a "Born a Rebel" e un po' sotto "Shakespeare's Macbeth" (debut album che ai tempi non incontrò molto i favori della critica a causa delle molte tracce narrate che allungavano troppo la durata dei brani).

Le caratteristiche di questa nuova fatica dei Rebellion rimangono inalterate: un heavy metal di stampo classico, sempre vicino ai progenitori Grave Digger, con la ruvida voce di Seifert a guidare un quartetto di musicisti di tutto rispetto. Nessuna novità da segnalare dunque, anche se la band non si può certo criticare per la passione che mette in ciascun full-length. Già dall'opener "Irminsul" si rispecchiano le peculiarità del sound del gruppo teutonico, fattore che manderà in visibilio i fan e che, con tutta probabilità, spingerà i detrattori a bloccare da subito lo scorrere della musica.

Nessun effetto speciale quindi, solamente il solito heavy metal quadrato e compatto. Un disco da segnalare ancora una volta agli amanti del metallo tradizionale e una nota di merito ai Rebellion per la coerenza!

Video di "Hengist"


Recensione a cura di Stefano Giorgianni

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