Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2015
Durata:51 min.
Etichetta:Non Serviam Records

Tracklist

  1. HUNGER
  2. AEON
  3. SECRETS OF SEED
  4. LAWLESS HUNTER
  5. THE WOLVES CHANT
  6. IN THE WOMB OF ARROGANCE
  7. ENGULFED FOR MILLIONS OF YEARS
  8. ACROSS THE ABYSS
  9. WOODS OF NOTHINGNESS

Line up

  • Tino Büttner: vocals, guitar
  • Tino Schumann: drums
  • Christian Ulbrich: guitar
  • Florian Jäntsch: bass

Voto medio utenti

Spuntati dalla bruma nordica facendosi strada con torce imbevute di olio di balena, gli Invoker dirigono la loro musica contemporaneamente su due sentieri ispidi ma ben tracciati, quello del death e quello del black. La band dell'Alta Sassonia percorre queste strade con la stessa intensità, riuscendo a far convergere le sue due anime in un unico sound denso, epico, avvolgente.

Non scostando la proposta rispetto ad debut album di due anni fa, Aeon raccoglie nove tracce omogenee tra loro come struttura e come velocità d'esecuzione ma che, utilizzando gli stessi elementi, riescono a creare emozioni differenti. I tempi non sono mai troppo veloci e i ritmi cadenzati sono quelli preferiti dal terzetto che non disdegna brevi accelerazioni dove servono, per imprimere maggior vigore al loro riffing. Riffing mai troppo articolato sotto l'aspetto tecnico, anzi, improntato pesantemente sulla solidità compositiva e sull'efficacia. Per quanto riguarda il cantato, il growl corposo e maligno non è particolarmente basso per opprimere ma neanche troppo aperto col rischio di risultare secco. È insomma perfetto per la proposta, la caratterizza in parte ma non troppo da snaturarla. I toni magniloquenti ed epici (prettamente death) di cui sono intrise le composizioni, cedono frequentemente spazio a sensazioni malinconiche e drammatiche, fatte di dissonanze ed arpeggi echeggianti di scuola tipicamente black metal, per poi tornare a spostarsi ancora ed insistere sulla maestosità. Tra i nomi che vengono in mente ci sono sicuramente gli Amon Amarth dei primi tre dischi per quanto riguarda le ambientazioni "guerresche", gli imprescindibili Bolt Thrower per le porzioni più dirette, muscolose e per l'inserimento di leggere trame melodiche, gli Amorphis per il lato più delicato e intriso di mestizia.
A tutto questo si aggiunge (come detto) una spessa patina nera e avvolgente, fatta di inquietudine ed atmosfere cupe. Potrei dire Dissection per citare i maestri, ma è impossibile continuare a nominare alcune band da prendere come riferimento per entrare veramente nella musica dei Nostri.
Pur non presentando chissà quale rivoluzione sonora, gli Invoker hanno un'anima propria. Si sente distintamente che loro le canzoni le vivono e riescono a dipingere i cupi colori della loro musica attraverso influenze metabolizzate e fatte proprie.

Non c'è bisogno di dire altro. Ascoltatelo, saranno direttamente loro a convicervi.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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