Avete presente gli
Halestorm? Credo di sì, per adesso sono più famosi di Topo Gigio nel '78. Ve lo dico perché i
New Years Day sono una sorta di Halestorm un filo più
metalcore, un filo più sgraziati.
Merito soprattutto dell'ugola (e dell'indiscutibile presenza scenica) della singer
Ash Costello, nome da Sopranos e look da vampirella emo, ma dotata di una signora voce, soprattutto e circostanziatamente al genere che interpreta, una specie di Gwen Stefani incazzata con l'universo.
Questo terzo album a titolo "
Malevolence", nonostante io apprezzi decisamente poco qualsiasi cosa col suffisso
-core, suona dannatamente bene, è prodotto con i controattributi ed è pieno di potenziali hit singles. E già a partire dall'opener "
Kill or be Killed" le coordinate stilistiche dei New Years Day sono chiare, convincenti e ben radicate, e non si sposteranno di un millimetro fino alla fine di una platter che, mi tocca ripetermi, ho trovato sorprendentemente piacevole, pur rimanendo (almeno per il sottoscritto) musica fatta col righello e il compasso, costruita ad arte per funzionare con un certo pubblico, per ricevere airplay, per una band curata in ogni aspetto visivo e non solo musicale.
Il disco funziona, il genere potrebbe non essere la vostra "
cup of tea", come dicono i miei amici inglesi; ma "
Malevolence" potrebbe essere una piacevole e poco impegnativa scappatella da Slayer, Maiden e tutti quei cattivoni che voi matusa ancora ascoltate. Cioè, zio, bella lì.
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