Ascoltando questo
"Hirngemeer" sinceramente non sapevo se ridere o se piangere.
Ridere perchè la musica dei
Todesstoß, tra voce schizofrenica, armonica, registrazione confusa, black metal, dark metal, humor tipicamente tedesco, avanguardia, artwork con tanto di pinguino, e chissà cos'altro, più di un sorriso lo strappa.
Piangere perchè arrivare fino alla fine di 3 brani per 75 (!) minuti di "musica" è impresa che porta alle lacrime (certo non di gioia).
Il gruppo tedesco gira intorno al personaggio di
Martin Lang, musicista, poeta e pittore, il quale, se escludiamo EP e Split vari, arriva con il nuovo album alla sua settima (!!) pubblicazione che ci offre un ibrido, come ricordato qui sopra, di black e dark metal sulla scia dei
Bethlehem di inizio carriera senza, purtroppo per noi, possederne la folle genialità.
"Hirngemeer" è, alla resa dei conti, un pastone senza né capo nè coda, è un album che vorrebbe essere all'avanguardia ma che, almeno alle mie orecchie, risulta cacofonico e senza una benché minima idea che possa salvarlo dalla noia totale.
Francamente non ho molto tempo per ascoltare i deliri vocali e strumentali del buon Martin e quindi consiglio a voi di fare lo stesso.
Terribile.
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