Gli
Heimdalls Wacht sono tedeschi, cantano in tedesco e suonano pagan black metal.
Quante possibilità ci sono che siano originali?
Ben poche direi.
Se invece dobbiamo considerare la qualità dei loro brani, beh il discorso da fare è molto diverso.
Prima di tutto questi signori giungono con il qui presente
"Ut de graute olle Tied - Deel Twee (Land der Nebel)", alla sesta prova in studio e quindi stiamo parlando di musicisti di comprovata esperienza che conoscono molto bene quello che suonano, ma la cosa bella è che non solo il gruppo padroneggia il genere, ma lo interpreta anche alla grande.
Questo album è, infatti, un lavoro di indubbio valore, violento, gelido, epico e fottutamente esaltante.
Immaginate una base raw black metal e costruiteci sopra un suono la cui epicità si tagli fette e la cui melodia sia densa di orgoglio ed eroicità: avrete una idea precisa di cosa ci offrono gli
Heimdalls Wacht.
Il gruppo tedesco guarda ai primi, meravigliosi, lavori di
Helheim,
Hades,
Enslaved,
Mithotyn, li forgia nel puro acciaio dei
Bathory di
"Blood on Ice" ed interpreta il tutto con il tipico epos romantico tedesco dando vita, in questo modo, ad un album che intreccia in maniera eccellente delicati momenti acustici, voci stentoree (sgraziate e perfette), scream disperato, cori maestosi, l'antico soffio del black metal primigenio e tonnellate di melodia diluita nell'epicità che è la vera regina di questa musica.
Tutti i brani (sempre molto lunghi), ogni nota, ogni arpeggio, ogni gelido riff, tutto "urla" epicità e gloria.
Ascoltare
"Ut de graute olle Tied - Deel Twee (Land der Nebel)" è come indossare l'armatura e sentirsi antichi cavalieri senza macchia e senza paura, pronti ad immolarsi per il proprio onore ed i propri ideali, ascoltare questa musica vuol dire andare in battaglia e non avere paura di morire, vuol dire vivere davvero le sensazioni che essa riesce a veicolare.
Gli
Heimdalls Wacht sono, dunque, riusciti a rendere viva la propria musica e le proprie atmosfere, attraverso un album pagano fino nel profondo, notturno e ricco di grande ispirazione sebbene semplice e diretto.
Non aspettatevi, lo metto bene in chiaro, spade o saghe di plastica alle quali il mercato discografico ci ha abituato sempre di più: questo è metallo nero e anticristiano, tagliente come una lama ghiacciata e sguaiato come un'orda di barbari che avanza imperterrita.
Aspettatevi, dunque, solo pura, germanica, violenza.
Grandissimo album da battaglia!
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