In estremo ritardo sulla sua pubblicazione, risalente a parecchi mesi fa, mi giunge l’ultimo lavoro degli Ojm, formazione nostrana con un buon seguito tra i fans dello stoner e affini.
Chi è interessato alla band nel frattempo avrà letto svariate recensioni, quindi non ritengo necessario dilungarmi ripetendo concetti ormai noti e consolidati. Diciamo soltanto, per chi è ignaro della cosa, che gli Ojm in questo album hanno effettuato una forte sterzata stilistica, rinunciando completamente al rivestimento pesante e “stonerizzato” del recente passato, puntando con decisione su direttrici hard’n’roll dai vivaci colori vintage, trovando come punto di riferimento i lontani anni ’60-’70.
Doors, Stooges, Mc5, Rolling Stones, garage-beat, pop-psichedelia, tutti elementi che affiorano nei suoni di “The light album” gestiti in ottica moderna come già visto con gruppi eccellenti quali Baby Woodrose, Gorilla o Black Moses, che possiamo accostare al quartetto di connazionali.
Brani carichi di energia abrasiva e groove sanguigno, ritmi freschi e pulsanti, belle melodie ruvide e nervose che non faticano a farsi ricordare senza scivolare nel melenso, una corsa rapida e dritta al bersaglio partendo dalla tosta “Break it all”, attraverso le schitarrate di “To be a woman”, i torridi innesti di armonica in “A spell on you” e nell’impetuosa “I’ve got no time to waste”, le spire morbide ed acide di “Talkin’about revolution”, fino alla splendida conclusione psycho-bluesy “Desert” che più degli altri episodi può ancora rientrare in ambito stoner.
Un disco che fila spedito senza il minimo intoppo, riportando in primo piano le tematiche di puro rock, spigoloso ed asciutto, come vuole la tendenza seguita più di recente, vedi l’improvviso successo internazionale di Jet, Datsun e compagnia, ai quali i nostri Ojm non hanno nulla da invidiare.
Il gruppo sembra più convinto e a proprio agio in questo nuovo corso rispetto a quanto s’intuiva nel roccioso e cupo “Heavy”, non credo quindi che i fans della prima ora li abbandoneranno anche se dispiaciuti dell’allontanamento da un certo tipo di sound. D’altronde le etichette stilistiche sono quasi sempre arbitrarie ed inutili, ciò che conta è proporre ottima musica rock ed in questo gli Ojm centrano il bersaglio con un lavoro valido e gustoso.
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