I Supreme Majesty danno alle stampe il loro terzo album e proseguono imperterriti nella propria opera di "europeizzazione", ovviamente sempre in un contesto maggiormente legato al Power Metal che all'Hard Rock. Grande spazio quindi a melodie convincenti ed invitanti, con il cantante Joalim Olsson che conferma le buone doti già messe in evidenza sui due precedenti album, "Tales of a Tragic Kingdom" e "Danger", rilanciando, anche in questo frangente, accostamenti con Joey Tempest.
Da quest'album Chrille Andersson ha invece lasciato la chitarra al nuovo entrato Tobias Wernersson per dedicarsi esclusivamente alle tastiere, uno strumento che via via ha acquistato un ruolo sempre più importante nel sound del gruppo svedese, ad ogni modo determinato a non rinnegare la propria componente "riffs oriented", e, infatti, la nuova coppia Svensson/Wernersson non manca mai di farsi notare ed apprezzare.
Nel songwriting degli svedesi non mancano soluzioni neoclassiche (che tanto sanno di Malmsteen e Stratovarius) che trovano spazio su "Spellbound", "The Bitter End" e sulla strumentale "The Quest Part 1", sono poi possibili accostamenti ai Sonata Arctica ("Soulseeker" e "Dance Of The Elements").
Il passato più remoto del gruppo riappare invece sull'epica e sinfonica "King Of Warriors" o sull'ancor più veloce "Die In a Dream", ovviamente non poteva mancare poi una ballad, "One More Promise", a rappresentarne il lato più raffinato. Tutti brani comunque sempre una spanna sopra alla media.
Se "Danger" non mi aveva dato l'impressione di rappresentare quel gran balzo in avanti rispetto al buon esordio, con questo nuovo lavoro i Supreme Majesty danno evidenti segnali di ripresa.
Oltre alle 10 canzoni sul CD è anche presente un video dove i Supreme Majesty sono stati ripresi durante le varie fasi della registrazione di "Elements Of Creation": oltre ad essere bravi sono pure simpatici!