Non è un compito facile riuscire a farsi strada nel campo del technical death, soprattutto continuare un percorso in modo dignitoso dopo che ti sei fatto notare con uno o due dischi. Gli
Arkaik sono abbastanza intelligenti da avere la chiave per capire questo genere di suono (che a molte orecchie può sembrare frastuono)
-Oddio, cosa ho scritto?! Uccidetemi!-
...dicevo, hanno capito che aggiungere passaggi intricati a caso, buttare piogge di note ovunque per il solo gusto di giocare a chi ce l'ha più lungo, non funziona.
Il loro complesso songwriting è focalizzato verso la canzone e, per quanto complicata, questa arriva ad avere un'identità e talvolta viene infarcita di melodie che ti aiutano a ricordarla.
"Lucid Dawn", riprendendo un po' il titolo, dimostra una visione lucida, chiara da parte degli
Arkaik di dove vogliono andare e cosa vogliono realizzare.
Ad un primo del ascolto si viene un po' sommersi, ciò nonostante si intuisce una certa profondità che molti competitors possono solo sognarsi. Con passaggi ripetuti le tracce iniziano a svelarsi e non si può che apprezzare il lavoro fatto per creare qualcosa di contorto ma (come dicevo poco fa) intelligente. Perfino gli inserti orchestrali presenti su
Fleshwalkers o
Conjuring non sono inseriti a caso ma legati a doppio filo con gli strumenti tradizionalmente metallici, sono usati per accentuare l'atmosfera che quei brani richiedono. Oltre all'impatto, che comunque non manca mai, ho apprezzato molto da parte della band californiana il fatto di saper frenare, di ragionare sui pezzi sia nell'inserimento di momenti strumentali che nel giocare con le ritmiche e con i riff. Naturalmente la prestazione musicale è di alto livello, con assoli che non si limitano a swippate a mille all'ora ma denotano una costruzione, un basso presente ma mai invadente ed un cantante che si conferma di alto livello.
Jared Christianson possiede ed utilizza un ampio registro vocale (mai pulito, per fortuna) riuscendo a sottolineare molte parti grazie alla sua varietà e potrebbe benissimo fare a meno dei molti effetti applicati in fase di produzione.
Concludendo, gli
Arkaik dimostrano che si può suonare death tecnico e moderno nel 2015, senza fare il verso ai
Necrophagist, senza sputtanarsi con intrusioni x-core ma invece, con intelligenza e buone capacità tecniche veicolate nel modo giusto, riuscire a colpire il bersaglio.
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