Anche l’Australia possiede la sua piccola scena doom e da essa emergono questi
Lucifer’s Fall, con un album di classico heavy ossianico.
Riferimenti ultra-noti, dai Black Sabbath ai Reverend Bizarre passando per Saint Vitus e My Dying Bride, quindi uno stile lento e solenne, tetro e disperato, che si snoda per sette lunghi brani. Episodi come
“A sinner’s fate” o
“Deceiver”, con le loro cadenze funeree faranno felici i puristi del genere. Riff abissali e voce declamante immersi in atmosfere tombali, il duo sfrutta tutti gli espedienti del filone per ben figurare.
Proprio la loro eccessiva aderenza agli stilemi tradizionali, però, li rende piuttosto prevedibili. Anche trame orrorifiche come
“The suffering wizard”, peraltro dignitose, finiscono col sembrare troppo di maniera.
Questo duo è attivo da pochi anni, la sensazione è che debba ancora maturare a livello di personalità.
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