Se fossi avvezzo al gioco d’azzardo e le regole del
music business non fossero così “imperscrutabili”, qualche euro sull'affermazione su vasta scala dei
Be The Wolf lo punterei a “cuor leggero”.
I torinesi (dei concittadini!) hanno davvero tutto per conquistare un’ampia visibilità: approccio sonico “moderno”, ma con uno sguardo attento alla storia del
rock, ottime qualità esecutive, un cantante (
Federico Mondelli, anche valoroso chitarrista) sicuro, versatile ed espressivo e un’etichetta capace e intraprendente che crede nelle loro sostanziose potenzialità.
Ah,
beh, poi hanno “anche” le canzoni, ed è sufficiente il primo contatto con “
The fall” e “
Chameleon” per rendersi conto delle immediate e sagaci capacità “adescatrici” insite nella loro musica, perfetta per le
heavy rotation dei “mezzi di comunicazione globale” tipici dei nostri tempi così frenetici e impazienti.
Dopo un’istantanea infatuazione, sarà verosimilmente più facile appurare che “
Imago” è pure parecchio altro, che con la sua brillante mistura di “vecchio” e “nuovo” (per intenderci, qualcosa tra Incubus, Shinedown, Royal Blood, Biffy Clyro e The Temperance Movement) e una discreta fantasia compositiva possiede tutti gli strumenti per soggiogare anche i sensi dei
rockofili meno impulsivi, pronti ad accogliere favorevolmente l’intensità di “
Si(g)ns” e "
24” (con un'eccellente prova del
vocalist, in una sorta di
blues n’ swing del terzo millennio), la carica
emozionale di “
Jungle Julia”, “
The comedian” e “
Florinda’s murderer” e ancora la cangiante spigliatezza malinconica di “
Dust in Hoffman” e la viscerale passionalità di “
The house of the dead snow” (altra
performance di rilievo di
Mondelli …), mentre a “
One man wolfpack” è affidata l’ultima scarica adrenalinica (di natura
anthemica) di un ascolto nel suo complesso assai piacevole e coinvolgente.
Non rimane che attendere di essere “tormentati” da una
hit targata
Be The Wolf, e così conseguire contemporaneamente almeno tre importanti obiettivi: occupare il posto di qualcuna di quelle “canzoncine” moleste che appestano l’etere
multimediale e permettere alla
band di proseguire nel suo promettente percorso di “maturazione” … il terzo?
Ehm, consentirmi di vincere la mia (virtuale …) “scommessa” … e questo sì che sarebbe un grande risultato!
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