Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:33 min.
Etichetta:Scarlet Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SI(G)NS
  2. CHAMELEON
  3. THE FALL
  4. JUNGLE JULIA
  5. 24
  6. THE COMEDIAN
  7. FLORINDA’S MURDERER
  8. DUST IN HOFFMAN
  9. THE HOUSE OF THE DEAD SNOW
  10. ONE MAN WOLFPACK

Line up

  • Federico Mondelli: vocals, guitar
  • Marco Verdone: bass
  • Paul Canetti: drums

Voto medio utenti

Se fossi avvezzo al gioco d’azzardo e le regole del music business non fossero così “imperscrutabili”, qualche euro sull'affermazione su vasta scala dei Be The Wolf lo punterei a “cuor leggero”.
I torinesi (dei concittadini!) hanno davvero tutto per conquistare un’ampia visibilità: approccio sonico “moderno”, ma con uno sguardo attento alla storia del rock, ottime qualità esecutive, un cantante (Federico Mondelli, anche valoroso chitarrista) sicuro, versatile ed espressivo e un’etichetta capace e intraprendente che crede nelle loro sostanziose potenzialità.
Ah, beh, poi hanno “anche” le canzoni, ed è sufficiente il primo contatto con “The fall” e “Chameleon” per rendersi conto delle immediate e sagaci capacità “adescatrici” insite nella loro musica, perfetta per le heavy rotation dei “mezzi di comunicazione globale” tipici dei nostri tempi così frenetici e impazienti.
Dopo un’istantanea infatuazione, sarà verosimilmente più facile appurare che “Imago” è pure parecchio altro, che con la sua brillante mistura di “vecchio” e “nuovo” (per intenderci, qualcosa tra Incubus, Shinedown, Royal Blood, Biffy Clyro e The Temperance Movement) e una discreta fantasia compositiva possiede tutti gli strumenti per soggiogare anche i sensi dei rockofili meno impulsivi, pronti ad accogliere favorevolmente l’intensità di “Si(g)ns” e "24” (con un'eccellente prova del vocalist, in una sorta di blues n’ swing del terzo millennio), la carica emozionale di “Jungle Julia”, “The comedian” e “Florinda’s murderer” e ancora la cangiante spigliatezza malinconica di “Dust in Hoffman” e la viscerale passionalità di “The house of the dead snow” (altra performance di rilievo di Mondelli …), mentre a “One man wolfpack” è affidata l’ultima scarica adrenalinica (di natura anthemica) di un ascolto nel suo complesso assai piacevole e coinvolgente.
Non rimane che attendere di essere “tormentati” da una hit targata Be The Wolf, e così conseguire contemporaneamente almeno tre importanti obiettivi: occupare il posto di qualcuna di quelle “canzoncine” moleste che appestano l’etere multimediale e permettere alla band di proseguire nel suo promettente percorso di “maturazione” … il terzo? Ehm, consentirmi di vincere la mia (virtuale …) “scommessa” … e questo sì che sarebbe un grande risultato!
Recensione a cura di Marco Aimasso

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