Con l'approssimarsi dell'inverno, il buio che fa capolino prima alle nostre finestre e le temperature che, inesorabili, scendono, l'ascolto di un genere come il depressive black metal, probabilmente quello meno luminoso esistente sul nostro pianeta, acquista un fascino tutto particolare e ci permette di cogliere e di vivere le atmosfere che album come
"The Dying Beauty", terzo lavoro dei romani
Nocturnal Degrade, ci sbattono in faccia con tutta la loro carica negativa.
Chi ama un genere come questo sa cosa aspettarsi, per gli altri invece è necessario dire che l'apprezzamento di un suono così disperato passa, inevitabilmente, dalla propria predisposizione mentale e dal proprio disagio interiore, elementi questi che possono avvicinarci, fino a farcela amare, a questa musica così auto distruttiva.
In un contesto del genere, i
Nocturnal Degrade, diventati adesso un duo con l'entrata alla batteria di
Manuele Frau ad affiancare il mastermind
Cold, ci presentano il nuovo album che, musicalmente, va ad unire spettrali arpeggi di scuola Katatonia (epoca "Brave Murder Day") con il gelo "ragionato" del miglior Burzum e, dal punto di vista delle atmosfere, va a creare una musica riflessiva, interiore, gelida nel suo rifarsi ai grandi maestri del Nord e oscura quando rivolge il suo sguardo (spesso) al dark degli anni '80.
Il risultato di tutto questo è un disco di black metal, di depressive black metal, che ha un occhio di riguardo per le melodie e per quelle inflessioni ambient che resero immortale un album come "Filosofem", senza tuttavia rinunciare a momenti in cui i blast beats, il classico suono zanzaroso delle chitarre e lo scream urticante di
Cold assurgono a sovrani del gelido soffio invernale.
Niente di nuovo, direi, anzi, il rifarsi ai modelli citati è evidentissimo e
"The Dying Beauty", titolo abusato ma che descrive benissimo quello che ascolterete, non è di certo un lavoro innovativo, tuttavia esso viene a diventare, con le sue note ed il suo dolore, semplice e pura oscurità in cui chiunque abbia un'anima sofferente può gettarsi e sprofondare. Senza più tornare.
Album splendido.