Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:50 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. RETURN OF THE IRON TYRANT
  2. EYES OF THE NIGHT
  3. THE USURPER
  4. ENSLAVER
  5. HOLY DEATH
  6. TERMINUS
  7. THE OMEGA DEVICE
  8. FORBIDDEN ZONE
  9. TEMPLES OF VOID
  10. SVBVERSVM

Line up

  • Morgan Petterson: drums
  • Oscar Carlquist: vocals
  • Harry Granroth: guitars
  • Tobias Petterson: bass
  • Martin Jonsson: guitars

Voto medio utenti

“RAM: la Svezia ha vinto”.

Così nel 2010 un caro utente del nostro forum intitolò una discussione in onore di questi svedesi, fieri propositori di un heavy metal che più classico non si può, tanto meno nel 2015 o in generale in questi ultimi anni in cui qualsiasi cosa mantenga una tradizione suona ridicolo ed anacronistico a tutti gli esteti radical chic col foulard ed il borsalino sopra una testa vuota di cui ahimè anche la scena metal è ormai infestata.

In realtà i RAM sono attivi, e presenti sulle nostre pagine, sin dal 2003, anno in cui il nostro Ermo inaugurò la sequela di recensioni con il loro debutto “Sudden Impact” e ad oggi è stato un percorso totalmente privo di passi falsi, con lavori sempre molto buoni, a volte davvero ottimi come nel caso di “Lightbringer”, forse il loro disco più acclamato, edito dalla tedesca AFM nell’ormai lontano 2009.

E sempre una tedesca,per la seconda volta la Metal Blade, oggi dà alle stampe “Svbversvm” che nuovamente non delude, anzi riesce ad entusiasmare più del precedente “Death” e probabilmente perlomeno ad affiancarsi a quel “Lightbringer”, consegnandoci semplicemente un incredibile album di puro, incontaminato e fiammante heavy metal, di quella razza che negli anni ’80 ci fomentava così tanto e che oggi pare quasi una vergogna ascoltare.
Il flavour retrò di brani mid tempos come “The Usurper”, unito ad un riffing work di scuola superiore e l’ugola d’acciaio del frontman Oscar Carlquist, forse sempre un filo troppo al limite ma è così che ci piace, conquista sin dal primo ascolto, ma promettendoci una longevità notevole, poiché la musica dei RAM non è basata sulla facile melodia a tutti i costi, sebbene i brani siano facilmente memorizzabili e trascinanti sin dal primo ascolto.

Impossibile resistere alla doppietta iniziale, la solenne e marziale “Return of the Iron Tyrant”, ornata di assoli in stato di grazia (cosa che sarà una costante per tutti i 50 minuti del disco – durata perfetta) e di un mood assolutamente priestiano di metà 80, mentre la successiva “Eyes of the Night” possiede una vera marcia in più, un brio NWOBHM che negli ultimi anni solo i migliori Enforcer avevano saputo recuperare al meglio, specie con lo straordinario “Diamonds”.

Nella seconda metà del disco trovano posto ben due strumentali, “Terminus”, in cui sorte fuori l’ombra fumosa di “Out of the Cold” sebbene sia praticamente una intro, e la lunga “Temples of Void” che anch’essa ci riporta indietro di 25-30 anni, quando ancora si facevano le strumentali intese come canzoni complete.

Senza dubbio invece da segnalare la minacciosa ed oscura titletrack e la bellissima “The Omega Device”, nuovamente prostrata al sound forgiato da quelle due leggende di Tipton e Downing, che qui rivivono nei più giovani Granroth, fondatore della band, affiancato da Martin Jonsson, al primo disco full length con i RAM.

Nella “fretta” di confezionare una recensione, non sappiamo se a fronte di mesi e mesi di ascolti questo album sarà il migliore della loro discografia, né se supererà alla lunga il valore indiscusso di “Lightbringer” ma senza dubbio alcuno “Svbversvm” rappresenta un grandissimo disco di HM, come meglio non si poteva fare nel 2015.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 31 ott 2015 alle 14:47

Grande Giangi ottima rece.

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