Premessa: il sottoscritto ‘ste canzoni le ha ascoltate quando dischi come "Heavy Metal Breakdown", "Witch Hunter" e pure il tanto denigrato "Digger" erano freschi di stampa e odoravano ancora di vinile.
Dovrei quindi essere contento che siano state oggetto di un’opera di recupero e restauro, non è vero?
NO.
Al di là delle motivazioni, vere e presunte che ci possono essere dietro a
"Exhumation - The Early Years", i risultati non mi hanno affatto soddisfatto. Paragonati alle rispettive versioni originali le attuali reinterpretazioni, pur godendo di una resa sonora che trentuno anni fa non si poteva nemmeno immaginare, non riescono proprio a far scoccare la classica scintilla.
Mettendo per un attimo da parte la componente emotiva e limitandosi a guardare ai fatti, ecco che da "Heavy Metal Breakdown" (1984) vengono riesumati quattro brani, dal seguente "Witch Hunter" ('85) solo tre, addirittura ben quattro da "War Games" ('86) e solo uno da quel "Digger" (fine '86) per il quale i
Grave Digger, oltre a tentare maggiori fortune commerciali, si dimezzarono momentaneamente il nome. All’appello manca ancora quella
"Shoot Her Down" che è stata ripresa dall'omonimo EP 12" che era seguito al disco d'esordio e sul quale peraltro era già presente una versione alternativa di
"We Wanna Rock You". Dopo aver ricordato che alcuni di questi brani erano già stati rispolverati sul MLP "In The Dark of the Sun" (1997) e che quella "Yesterday" che oggi clamorosamente manca all'appello, era riapparsa su di un omonimo EP del 2006, si può passare oltre, arrivando a citare i due brani che chiudono la tracklist:
"My Private Morning Hell" e
"Young and Dangerous", finora inediti e dei quali, visto che non sono inclusi nella copia promozionale messaci a disposizione, non c'è altro da aggiungere.
In conformità con l'album d'esordio ad aprire le
(break)danze troviamo ovviamente
"Headbanging Man", poi uno dietro l'altro sfila via il resto dei pezzi, a partire da quelli con i quali aspettavo al varco i
Grave Digger:
"Heavy Metal Breakdown" e
"We Wanna Rock You", che possono benissimo svolgere il ruolo di "cartina tornasole" per l'intero
"Exhumation - The Early Years", portandomi a ribadire, come già detto chiaramente in apertura di questa recensione, che non vi ritrovo lo spirito, l'energia e la rozza ignoranza degli originali, aspetti che fanno difetto sia nella prova al microfono di
Chris Boltendahl (ormai unico superstite delle prime incarnazioni del gruppo) sia nel guitarwork di
Axel Ritt.
Ovviamente non a tutti può interessare un confronto di questo genere, magari perché non hanno vissuto di prima persona il Teutonic Metal dei primi anni '80 o più semplicemente perché apprezzano e sostengono questo genere di operazioni, e quindi rivolgeranno le proprie attenzioni sull’indiscussa qualità del gruppo tedesco e delle singole canzoni promuovendo a pieni voti
"Exhumation -The Early Years".
Io, però, non me la sento.
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
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