Due brani strumentali per più di mezz'ora di musica.
Questo è, a livello sintetico, l'esordio dei belgi
Hemelbestormer che rilasciano
"Portals" in versione LP per la
Sick Man Getting Sick Records dopo averlo già licenziato in versione tape.
Due brani che è possibile inquadrare all'interno del così detto post metal, definizione che a mio avviso vuol dire tutto e nulla inglobando, nel suo ventre, band e suoni infinitamente distanti tra di loro.
Nel caso specifico, il quartetto di Diepenbeek, ci offre, in sostanza, una lunga divagazione strumentale che unisce suggestioni sludge, caratterizzate dalle chitarre ribassate, e incursioni in territori dark ambient che, bei tempi!, erano tipici degli album prodotti dalla Cold Meat Industry, per un suono dilatato nel tempo e nello spazio e vicino, in quanto ad atmosfere, a quello offerto da act come Mogwai, Godspeed You Black Emperor o, soprattutto, Vanessa Van Basten.
L'ultimo nome non è citato a caso: il primo brano dell'album,
"Portal to the Universe", altro non è che una sorta di collage ottenuto unendo
"Alpha",
"Omega" e brandelli di
"Portal I", tutti pezzi presenti nello split tra i Nostri ed appunto i VVB rilasciato l'anno scorso.
Per quanto detto finora, chi conosce i gruppi citati e le loro atmosfere, saprà cosa aspettarsi da questo debut e non credo ne resterà deluso.
"Portals", infatti, è certamente un lavoro valido perchè in grado di cesellare i giusti paesaggi "emotivi" anche se, a mio avviso, si perde nella sua eccessiva lunghezza e nel suo evidente essere, come ricordavo prima, un puzzle di idee diverse (per lo meno nel primo brano).
Tuttavia, al di là di questi difetti, il suo ascolto resta una esperienza piacevole, una esperienza in un certo modo onirica che vi aiuterà ad essere trasportati in altre dimensioni.
Vi auguro buon viaggio.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?