Nuovo capitolo discografico per gli ungheresi
Ektomorf, sempre capitanati dal carismatico frontman
Zoltán Farkas. A poco tempo dal precedente
"Retribution", sicuramente uno dei migliori album della formazione di Mezőkovácsháza, ecco arrivare questo
"Aggressor", ancora una volta sotto l'egida della AFM Records. Che dire sugli
Ektomorf che non si sappia già? Praticamente non v'è nulla da aggiungere, tranne che il sottoscritto non riesce a capire il motivo per il quale band assolutamente inutili e senza nerbo musicale riescano a riempire venue di media-grande importanza per tre-quattro date e questo gruppo, con ben nove album da studio alle spalle e con una carica dinamitarda d'eccezione, non ce la faccia a sfiorare il nostro paese nemmeno per mezzo concerto. È, oserei dire, una vergogna, oltre che un paradosso.
Torniamo però ad
"Aggressor" e iniziamo col dire che Farkas&Co. hanno reinserito alcuni sottili elementi di sound etnico, che mancavano nel possente
"Retribution", e che senza dubbio arricchiscono questa nuova fatica. La potenza e la passione che gli ungheresi mettono anche in questa release è fuori discussione, lo si assapora già dalla seconda traccia "I", un connubio di rabbia e muro sonoro veramente notevoli. La title-track colpisce ancor di più; intervalli sontuosi si alternano alla ruvida voce di Zoltán e una volta in più si può confermare che se l'ispirazione primaria degli
Ektomorf erano i Sepultura ed i Soulfly, osservando gli ultimi prodotti di queste band, che gli allievi hanno superato i maestri. Pezzo che risalta nella tracklist di
"Aggressor" è sicuramente
"Holocaust", con uno dei video più d'impatto degli ultimi anni, girato vicino al campo di concentramento di Auschwitz. Con questo brano gli ungheresi dimostrano di non essere solo portatori di vigore, il sociale e la memoria entrano di diritto a far parte della loro tradizione stilistica. Nel corso dell'album si incontrano poi altri pezzi degni di nota che mostrano le diverse influenze della band, come la punk-hardcore-oriented
"You Can't Get More" o la pesantissima
"Evil by Nature" che vede come ospite il mitico George 'Corpsegrinder' Fisher.
"Emotionless World" è un brano diverso per il chorus stranamente melodico;
"Eastside" rievoca nella parte acustica iniziale quei frammenti di etnicità nominati in precedenza per poi sfogarsi in un pezzo martellante; il disco si conclude con la suggestiva
"Memento", dove i tratti folkloristici sgorgano copiosamente.
In conclusione, gli
Ektomorf danno un altro bel calcio in bocca con questo
"Aggressor", inserendo degli affascinanti elementi che mancavano da tempo nelle loro composizioni. Avanti così e una bella ammenda di vergogna per chi non si impegna a portare questi ragazzi in Italia.
Video di "Holocaust"
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?