Un’anima errante attraverso i confini del tempo e le esperienze che le sue differenti reincarnazioni vivono in alcune delle circostanze chiave della storia dell’uomo … è questo in estrema (e un po’ “brutale”…) sintesi il suggestivo tema portante di “
Citizen”, la nuova incisione da solista di
Billy Sherwood, straordinario musicista e compositore americano conosciuto soprattutto per la sua militanza negli Yes, ma che andrebbe osannato anche per l’enorme contributo alla “causa” fornito con Lodgic, World Trade, The Key e Conspiracy, il gruppo ideato con l’indimenticato
Chris Squire, proprio il co-fondatore dei sovrani dell’
art-rock, artefici di monumenti della musica quali “
Fragile”, “
Close to the edge” e "
Going for the one" (tra gli altri).
Celebrare per sommi capi la formidabile vicenda artistica di
Sherwood in questo caso non è solo una doverosa postilla biografica e diventa un modo per tentare di descrivere al lettore il contenuto sonoro di questo bellissimo lavoro, in cui si ritrovano brandelli importanti della variegata visione musicale del nostro, così ben rappresentata dai succitati progetti e le cui peculiarità (con una lieve preponderanza dei loro aspetti più meditativi) appaiono condensate in un programma pregno di classe e privo d’incertezze.
La pletora di collaboratori illustri e la loro nobile provenienza (cominciando dallo stesso
Squire, in una delle sue ultime impeccabili
performance, capace di rendere la
title-track uno degli
highlight dell’opera …) non può che fatalmente confermare la natura ispirativa di un albo che potrebbe mettere d’accordo i cultori del
prog classico (magari anche qualche
fan dei Pink Floyd e dei Genesis, complici pure certe sfumature Gabriel-
esche nella voce del titolare del disco) e quelli che amano la sua trascrizione più “moderna”,
poppettosa e “tecnologica”, di cui
Billy è da sempre un brillante propugnatore.
Un intreccio di suoni dilatati, di vaporosi chiaroscuri e di sensazioni intense ed evocative, insomma, con i vari
Tony Kaye,
Steve Hackett,
Geoff Downes,
Colin Moulding (ottima la prova del cantante degli XTC nella bucolica “J
ust Galileo and me”),
Steve Morse,
Jerry Goodman,
Alan Parsons,
Rick Wakeman,
Patrick Moraz,
Jon Davison,
Jordan Rudess e
John Wesley impegnati a offrire un apporto non “scontato” a composizioni costantemente visionarie ed emotivamente coinvolgenti, abilissime nell’assecondare con una preziosa selezione di note le situazioni e gli incontri che il
Cittadino sperimenta nel suo inquieto e fantastico viaggio.
Un ascolto da consigliare a chi ama veleggiare con il pensiero nello sterminato cosmo dell’immaginazione e da riservare ai momenti più riflessivi della propria esistenza.