Terzo lavoro per gli Axenstar, ed ancora una volta per l'etichetta spagnola Arise. "The Inquisition" non riesce ad ogni modo ad andare oltre a quanto già fatto da questi cinque svedesi con il precedente album "Far From Heaven". Gli Axenstar non sono stati in grado di svincolarsi da un Melodic Power sin troppo standardizzato, ed al terzo album la cosa sembra preoccupante. Il cantante Magnus Winterwild continua ad essere molto simile a Tony Kakko (Sonata Arctica), ma in questa occasione non incide ed anzi, convince molto meno rispetto al passato. Sempre notevole invece il lavoro dei due chitarristi ("Under Black Wings" e la prova acustica su "Drifting"), ma quello che manca sono le canzoni... beh, quelle convincenti almeno.
Tra i pezzi raccomandati, troviamo la già citata "Under Black Wings" o "The Burning" (che migliora parecchio dopo un inizio sin troppo alla Sonata Arctica), tra le poche canzoni che riescono a schivare quella sensazione di inappagamento che emerge invece dalla maggior parte dei brani in scaletta. Una tracklist peraltro abbastanza striminzita, solo 8 canzoni per nemmeno 39 minuti, davvero troppo poco.
Nel bene e nel male, un abum che scorre via senza lasciare un segno del suo passaggio.
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