A 2 anni esatti dalla Part I, esce il secondo capitolo della saga "
Starwolf" dei powers
Messenger. Il combo tedesco ci presenta con la forza di un tuono 10 canzoni (più 2 bonus tracks nell 'edizione Digipak) che sottolineano lo stato di grazia i cui si trova la scena classic teutonica.
Impreziositi da cori, voci tenorili, grandi orchestrazioni e supportati da una produzione pressoché perfetta, i
Messenger ci trasportano nel mondo fatato dei grandi chorus, delle melodie epiche, del virtuosismo chitarristico mai fine a se stesso ma sempre funzionale alla forma canzone. La sezione ritmica è precisa e terremotante, i solos sono velocissimi con le chitarre che si inseguono, la voce del singer
Francis Blake spinge oltre le quattro - ottave ed è il punto di forza con la sua interpretazione ricca di tecnica e pathos. I riff di chitarra a volte ricordano i migliori Maiden ("
Pleasure Synth " che nel refrain e nell'accoppiata chitarra /cori ricorda "
The Loneliness Of The Long Distance Runner" da Somewhere In Time"), a volte gli Halloween ("
Novastorm" col suo riffama iniziale veloce, l'opener "
Sword Of The Stars" che dopo un intro esplode con una ritmica galoppante). In alcune soluzioni vocali, come nella bonus track "
Keep Your Dreams Alive", c'è un rimando al miglior Eric Adams, non mancano gli episodi più catchy ("
Fortress Of Freedom ") con chorus da stadio ma anche in questi casi i brani risultano mai banali e nell 'ultima "
In Morgan We Trust " il cantante fa pure il verso a Dio del periodo " Holy Diver ".
A differenza di altri gruppi che vanno per la maggiore, quali ad esempio i Gloryhammer, i nostri risultano meno "pacchiani" (non me ne vogliano i loro fans! ), sicuramente nel disco non troviamo fillers e gli effetti (orchestra, fiati, synth e quant'altro) sono sempre funzionali all'atmosfera epica dei brani.
Non ci sono momenti di stanca, certo se cercate novità non fa per voi, ma se cercate del power metal di classe, l'ascolto è obbligato.
Il disco è prodotto da Charles Greywolf e la fase di mixing affidata a Lasse Lammert (Alestorm, Gloryhammer, Svartsot), l’artwork è stato affidato, come il precedente Pt. 1, a Wiebke Scholz.