Nati dalle ceneri dei compianti Draugr, autori dello splendido
"De Ferro Italico" del 2011, gli abruzzesi
Selvans, grazie alla lungimirante
Avantgarde Music, esordiscono sulla lunga distanza con i sei brani che compongono
"Lupercalia", album che conferma il talento e, soprattutto, la passione che avevano caratterizzato il precedente EP
"Clangores Plenilunio" rilasciato ad inizio anno.
Passione verso le proprie (nostre) tradizioni, verso la propria terra, verso la propria cultura.
Questo è quello che il duo mette in musica attraverso un violentissimo black metal, inesorabilmente marchiato a fuoco da una grandiosa vena folk ed epica, che si dipana attraverso composizioni molto lunghe (dagli otto ai diciassette minuti) e molto varie nelle quali il freddo del soffio del vento si mescola con il calore del mediterraneo e delle terre italiche così ricche di fascino e di Storia.
I
Selvans attingono a piene mani ad una cultura, quella del nostro Paese, che, è bene ricordarlo, non teme paragoni e non ha bisogno di guardare verso Nord per trarre ispirazione: è sufficiente leggere i titoli dell'album per capire che non , davvero!, abbiamo bisogno di Odino e Drakkar vari per fare musica, ma ci è sufficiente guardare al nostro passato ed alla nostra ricchezza.
Certo, tutto questo non basta per scrivere un grande disco.
I Selvans, allora, aggiungono composizioni disperate nel loro epico incedere, aperture evocative impressionanti nella loro forza, brutalità incontrollata che si fonda, magistralmente, con le melodie folcloristiche di strumenti tradizionali dal sapore lontano e ammaliante in un suono, letteralmente, emozionante ed in grado di toccare le corde più profonde del nostro animo perchè realmente sentito e vissuto nel profondo da chi queste canzoni le vive prima ancora di suonarle.
"Lupercalia" è, dunque, un album splendido.
Possente. Oscuro. Straziante. Pulsante.
Non fate l'errore di credere che la musica estrema sia solo "straniera": i
Selvans possono dimostrarvi che avete torto.
Pura emozione!
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