Nome storico dell'estremo italiano, i veneti
Death Dies, a distanza di quasi dieci anni dal loro ultimo album, tornano sul mercato discografico per celebrare i vent'anni di carriera grazie alla pubblicazione di
"Legione", lavoro che viene rilasciato dalla
Black Tears of Death e che da voce alla volontà del gruppo di tornare a fare musica dopo un lungo periodo di silenzio.
L'importante anniversario viene celebrato con una operazione speciale:
"Legione", infatti, è una sorta di compendio della carriera e della musica dei musicisti coinvolti nel progetto dal momento che raccoglie brani degli Evol (dai cui i Death Dies nacquero nel 1995), dei Death Dies stessi, di Satanel e Negatron (gruppi legati ai Nostri), tutti reinterpretati con l'odierna line up della band e dotati di suoni (ottimi) più moderni.
A completare il quadro, poi, c'è da segnalare la presenza di
"Fgmenth Thy Gift", cover dei maestri Rotting Christ, qui eseguita in maniera perfetta (con mio sommo giubilo).
"Legione" è un lavoro, a mio modo di vedere, "prezioso".
Esso presenta, a tutti coloro che non li conoscessero, i
Death Dies con la loro violentissima, ma sottilmente melodica, carica black thrash metal che li rende capaci di dare vita a pezzi distruttivi e gelidi che nulla hanno da invidiare ai ben più celebri colleghi nordici.
Brani come le forsennate
"Steelbeast",
"Sister of Pain", le magnifiche ed epiche
"Ancient Abbey" e
"The Return Of The Horned King" dei compianti Evol o la velenosissima e deliziosamente old style
"Nato dal Fuoco" dei Satanel, sono tasselli, preziosi, di un mosaico in cui oscurità, blasfemia, ferocia e tecnica esecutiva, arcana melodia e assoluta dedizione alla nera fiamma si fondono in modo mirabile e smaccatamente personale, mettendoci di fronte, di fatto, alla grandezza di un gruppo che, purtroppo, non ha mai raccolto quanto di buono fatto in tanti anni di carriera.
Direi che, visto il periodo natalizio,
"Legione" viene ad essere il perfetto regalo da mettere sotto l'albero di quelli tra voi che hanno vissuto le origini del black metal nella nostra penisola, tributando, in questo modo, un omaggio ad un gruppo fondamentale della scena.
Per tutti gli altri, spero che questo album, a cui non ritengo opportuno assegnare un voto, sia una occasione per conoscere i
Death Dies (e le altre band ad essi legate) ed innamorarsi della loro musica.
Proprio come ho fatto io ormai tanti anni fa.
Bentornati!
"Sister of Pain" (The Sound of Demon - 2002)
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