Poche battute di
"Empire Rising" ed il primo pensiero è stato quello di trovarsi di fronte all'ennesimo newcomer svedese in cerca di gloria lungo i sentieri di caccia del Power Metal.
Invece, prestando maggior attenzione alle note biografiche che accompagnano
"Sinister Lightning" mi rendo conto che i
Blackslash provengono dalla Germania.
Per il resto tutto confermato. Newcomers. Power Metallers. In cerca di Gloria.
Le loro canzoni suonano assolutamente credibili nella loro devozione al più classico Heavy Metal degli anni '80, e la stessa opener dopo il suo approccio powereggiante si schiude su un arpeggio e un galoppare tipicamente maideniani, con quello stesso spirito che a ruota apre poi le vivaci e briose
"Lucifer’s Reign" e
"Stellar Master", e che, senza stare a rifare tutto l'elenco delle canzoni, costituisce le fondamenta sulle quali i
Blackslash hanno eretto il loro secondo album.
"Sinister Lightning" è quindi un disco più che onesto, che scorre bene e si fa ascoltare con piacere, soprattutto senza particolari cadute di tono (se non nel lento
"Made of Steel", già... un titolo che viene clamorosamente smentito) e qualche picco, come nel caso della serrata
"Wild and Free", tra chitarre graffianti e la bella voce ruvida e allo stesso tempo catchy di
Clemens Haas, e di una
"Don’t Touch Me" che fa l'occhiolino a Grim Reaper e Blitzkrieg.
Newcomers. Power Metallers. In cerca di Gloria. Pure bravi.
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
review
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