Dopo il buon "
Exodus", uscito nel 2013 sempre per
Ulterium Records, ecco che i
Signum Regis tornano sul mercato con questo nuovo "
Chapter IV: The Reckoning", a dir la verità un po' differente dal precedente capitolo.
In primis,
Goran Edman (ex Malmsteen su tutti) non fa più parte della band e se già su "Exodus" aveva cantato poco e niente, con tutti gli ospiti che infarcivano quell'uscita, qui è totalmente assente, sostituito proprio da uno di quegli ospiti che aveva avuto il compito di cantare "
Mountain of God", ovvero
Mayo Petranin dei Castaway, che peraltro ci era già stato presentato dalla band in occasione dell'EP uscito pochi mesi fa "
Through the Storm".
La differenza di stili è notevole, molto più chiaro e squillante l'ex e decisamente più pieno e corposo il secondo, e se vogliamo questa differenza non va a combaciare con quella stilistico-musicale: un difetto, o se vogliamo particolarità, di "Exodus" era quella di essere fin troppo eterogeneo, passando con nonchalance da brani più class-pomp heavy metal ad altri decisamente più tirati e rocciosi, mentre questo nuovo "Chapter IV: The Reckoning" ha indubbiamente una direzione più uniforme ed easy, cara ad un classic heavy metal con qualche deviazione hard rock, territori che probabilmente più si confanno ad un timbro "celestiale" come quello di Edman che ad uno "guerresco" come quello di Petranin, in ogni caso più che a proprio agio in ognuna delle dieci composizioni di questo album.
Un album che, anche grazie ad un'eccellente produzione ad opera del bassista
Ronnie Konig ottenuta ai Fascination Street Studios in Svezia, si lascia ascoltare con grande piacere e facilità, regalando talvolta episodi più che notevoli e non scendendo mai sotto la soglia della sufficienza. Certamente, non stiamo parlando di una band geniale o di portabandiera delle sonorità classiche, ma la formazione slovacca rappresenta da anni la perfetta manovalanza di un power metal di seconda fascia, che spesso dà più soddisfazioni e sicuramente meno amarezze di tante formazioni più blasonate ma che da anni, decenni, non azzeccano mezzo disco manco a pagarli: non facciamo nomi (Avantasia/Edguy/Sammett).
Bravi, e come al solito valore aggiunto per coloro che sono credenti, dato la natura religiosa di "Chapter IV: The Reckoning" e di tutta la produzione artistica dei Signum Regis.
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