Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2012
Durata:72 min.
Etichetta:Karthago Records

Tracklist

  1. HIGH FLYER
  2. SIGH FROM ETERNITY
  3. MASQUERADE
  4. TEARS OF THE SUN
  5. REMOTION
  6. SAME SAME
  7. RISE ON
  8. EL DIOS
  9. OUT OF NOWHERE
  10. COLD WINTERS NIGHT
  11. TIME AFTER TIME
  12. LOST IN SILENCE
  13. BELLS

Line up

  • Jim Dodd: bass
  • Tom Lindegger: drums
  • Christian Götz: guitars
  • Mark Wietlisbach: guitars
  • Marco Küderli: keyboards
  • Matthias Götz: vocals
  • Seraina: vocals

Voto medio utenti

Potremmo chiamarla NWOEPM: New Way Of European Power Metal, e i Rizon avrebbero tutti i diritti di farne parte. Heavenly, Celesty, Serenity, Sebastien e chi più ne ha più ne metta, tutte band unite in un nuovo modo di fare power metal, prendendo una piega molto più melodica e sinfonica, a discapito della velocità d'esecuzione e degli acuti da capogiro. E da oggi, i Rizon.

Oddio, da oggi neanche troppo, dato che gli Svizzeri calcano le scene ormai dal lontano 1997, ma è dal 2005 che iniziano a far parlare di se con l'autoprodotto "Evolution", che gli vale un contratto con la Karthago Records e un nuovo disco, "Sudden Life", che vede la luce nel 2008.
Siamo quindi nel primo trimestre del 2012 e, a fronte della perdita della bella Franziska dietro il microfono, rimpiazzata da Sareina, esce sempre per Karthago il nuovo "Masquerade", che riprende il discorso esattamente da dov'era stato lasciato col precedente disco, senza spostare di una virgola il tiro: power metal moooolto melodico, uso smodato delle tastiere e una piacevole alternanza tra voce maschile e femminile, entrambe pulite e entrambe di buona fattura. Per onore di cronaca c'è da dire che quella del mastermind Matthias Gotz è decisamente più convincente, mentre Sareina a volte si impergola in territori non suoi, rischiando un po' troppo nella scalata alle note più alte e prendendo qualche botta nella caduta. Niente di serio, qualche livido qua e la, ma spesso inficiano nella qualità delle composizioni, come in "Sigh from Eternity".
Nel complesso comunque siamo di fronte a una band che sa il fatto suo, che mi ha ricordato in maniera forte i già citati Sebastien, pur assestandosi su un livello leggermente inferiore. Il problema dei Rizon è la voglia di fare, che sfocia nelle esagerazioni: la prima è quella già citata di Sareina, nel suo voler cantare non nelle sue corde; la seconda è fare un disco di un'ora e un quarto, che finisce con l'essere la copia di se stessa; la terza, di minor importanza ma indice comunque di un problema, è cantare una canzone in spagnolo, "El Dios", senza padroneggiare la lingua a dovere e risultando eccessivamente cacofonici.

Insomma, in conclusione vedo "Masquerade" come un'occasione persa da parte dei Rizon, che con un disco più semplice e più concentrato avrebbero potuto mettersi davvero in mostra in un panorama già ricco di nuove proposte. Così sfornano soltanto un buon disco, con il giudizio ultra-positivo che si perde, purtroppo, tra gli spropositati minuti e gli eccessivi intarsi.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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