Era molto tempo che non ascoltavo un disco completamente dedicato a quel thrash grezzo, sanguigno e belluino che aveva caratterizzato gli esordi di questo filone metal, evolutosi poi nel tempo in forme sempre più tecniche ed articolate a scapito dell'immediatezza e dello smalto di feroce fisicità.
I marchigiani Insane rievocano i primi pionieri del genere, perfino nella brutta copertina fumettosa dell'album stile Exumer o Living Dead. Musicalmente non si può non pensare immediatamente agli Slayer di "Show no mercy" o ai Possessed di "Seven churches", perché il disco ricalca in maniera pressoché identica gli stessi ritmi convulsi e spezzacollo, l'attitudine cafona e battagliera, gli assoli come frustate, i testi sputati con blasfema cattiveria (con voce alla tedesca, vedi Destruction), una clonazione dell'intero corpus stilistico che i fans più datati ricordano con un pizzico di nostalgia. A questo punto ogni dettaglio descrittivo diventa superfluo, perché il contributo personale degli Insane si limita ad un'eccellente esecuzione di schemi studiati a memoria e a poco serve constatare che i brani del disco richiamino una "Metal militia" quanto una "Bonded by blood" o ancora una "The antichrist".
Il trio di Civitanova è chiaramente devoto a quel periodo musicale e lo ha riproposto tale e quale, mantenendolo puro ed incontaminato e sparando la massima carica di rabbia possibile. Così ha ottenuto l'interesse della Battle Cry, etichetta abituata ad operazioni di archeologia ottantiana, vedi nomi come Stormwitch e Manilla Road.
Per chi ha vissuto di persona quell'epoca piena di fermento ed eccitazione o perlomeno l'ha amata di riflesso grazie all'ascolto dei tanti lavori divenuti in seguito storici, questo "Wait and pray" si rivelerà carico di piacevoli ricordi come l'incontro di un vecchio amico, mentre in senso più generale un'opera di questo tipo appare un po' troppo datata e derivativa per suscitare grande interesse. Resta il fatto che gli Insane sono riusciti ad esprimere l'energia primitiva e selvaggia, la vitalità semplice, brutale e distruttiva, che fece tanto scalpore nei primi anni ottanta e che ultimamente pare quasi scomparsa tra una marea di tecnicismi e complicazioni esistenziali. Per tale motivo la band è sicuramente da elogiare e promuovere.
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