Svedesi (manco a dirlo...), i
Lethal Steel danno alle stampe il loro album d'esordio, che segue un unico demo uscito nel 2012, grazie al supporto della
High Roller Records (e te pareva...) dopo essere passato per le mani di Olof Wikstrand (voce e chitarra) degli Enforcer che si è preso cura delle registrazioni, facendo peraltro un ottimo lavoro.
Nessuna sopresa, quindi, nel constatare che "
Legion of the Night" sia un tributo - e tripudio - di sonorità che fanno man bassa da formazioni che hanno fatto la storia dello Swedish Heavy Metal come i fondamentali Heavy Load e Axewitch, ma anche Gotham City o Mindless Sinner.
L'accoppiata iniziale, "
Sirius" e "
Nattsvart" è piuttosto esplicativa in tal senso, brani arrembanti, dal chitarrismo accentuato e più che discretamente affrontate dal cantante
Viktor Gustafsson. Il galoppare della successiva "
Rosier" sottolinea i legami con la N.W.O.B.H.M. lasciando andare a briglia sciolte i due axemen svedesi,
Johan Frick e
Jonathan Nordwall, un approccio che ritroveremo per molti altri episodi, come l'immediata "
Into the Void of Lucifer" o "
Nocturnal Seductress".
Con l'atmosferica ed epicheggiante "
Night of the Witch" i
Lethal Steel sembrano andare oltre i propri confini nazionali guardando, soprattutto nelle sue prime battute, alla Strana Officina di "Autostrada Dei Sogni" e poi ai primi Cloven Hoof, dando vita ad uno degli highlight del disco, al pari della conclusiva "
Demon from the Past", presa per mano dai due chitarristi per poi assumere toni spiccatamente British.
Nella faretra della Swedish Revival Wave of Heavy Metal spunta una nuova freccia, al fianco di quelle, ben affilate, di Enforcer, Screamer, RAM e Air Raid.
I was born to
reviewHear me while I
write... none shall hear a lie
Report and
interview are taken by the will
By divine right hail and
write
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