Copertina 7

Info

Anno di uscita:2005
Durata:39 min.
Etichetta:Urla nel Silenzio

Tracklist

  1. WELCOME
  2. DAY AFTER DAY
  3. SHE
  4. PRISONERS
  5. THE ROBBERY
  6. 2012
  7. INJUSTICE
  8. INFEDELE

Line up

  • Simo: vocals, guitars
  • Andre: guitars
  • Mitch: bass
  • Dany: drums

Voto medio utenti

Perfino nella placida e rilassante Valle D'Aosta può nascere una band dal tiro heavy potente e grezzo, certamente più legata ad inquietanti scenari di degrado urbano che ai verdeggianti panorami bucolici alpini.
I Warnerve hanno esordito come classica formazione thrash metal, ma in tempi recenti sono intervenute influenze provenienti dall'area ibrida ai confini tra metal e stoner ed il quartetto ha adottato come punto di riferimento gruppi quali Down, Corrosion of Conformity, Crowbar, lanciandosi quindi in territori molto più massicci ed oscuri che in precedenza. E' nato così "No one survives", il quale può essere considerato un vero e proprio esordio ufficiale, sia per spessore che per qualità.
Tracce di suono "panterizzato" affiorano ancora in alcuni episodi, compatti e blindati, come l'iniziale "Welcome" o la cupa e feroce "Injustice", ma in senso generale è chiara l'imposizione del nuovo indirizzo stilistico. Già con "Day after day" le cadenze diventano grevi e fangose, compare inoltre l'ombreggiatura melodica southern intesa alla maniera di pesi massimi come Alabama Thunderpussy o Weedeater, miasmi di palude che diventano ancora più evidenti nell'ottima "She", dall'atmosfera liquida e maligna che ricorda molto i lavori di Pepper Keenan.
Il massimo sforzo espresso dai Warnerve si concretizza nell'estesa "The robbery", una sorta di mini-suite heavy stoner che vive di una lunga fase morbida e rarefatta, con buone vibrazioni lisergiche, per aprirsi nel finale ad una bella coda strumentale dai brillanti colori Kyussiani. Se il quartetto proseguirà nello sviluppo di queste interessanti soluzioni è prevedibile che otterrà parecchio credito nell'ambiente heavy alternativo nazionale.
Intanto i Warnerve cercano già di sperimentare anche qualche idea diversa, come testimonia il cantato in italiano della conclusiva "Infedele", canzone dalle tematiche anti-religiose.
Un buon debutto, che piacerà a chi ha apprezzato il secondo capitolo dei Down e a tutti coloro che amano l'heavy dai sapori forti ma fuori dalle correnti estreme. La formazione valligiana si è avviata su una strada che difficilmente regala grande popolarità ma che resta uno dei pochi sbocchi verso un heavy realmente virile e trascinante, per questo non posso che promuoverli a pieni voti.

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