Ennesima formazione rock di ultima generazione, della quale non sono però riuscito a ricavare alcuna informazione biografica. Solita miscela ben congegnata per piacere ad un pubblico eterogeneo: una base di aggressività elettrica alla QotSA, pennellate di melodia uggiosa derivate dal grunge, un bel pizzico di orecchiabilità pop, assemblaggio pulito e confezione moderna, ed il disco è bello che pronto.
Gli Zero Point mostrano di saper comporre brani dal taglio diversificato, in grado di soddisfare palati di vario tipo. Dal tiro grintoso e ritmato di “My everything”, immediata ed ottima come singolo radiofonico, alla tagliente ed obliqua “Not waiting” che potrebbe interessare qualche stoner-fan di larghe vedute, emerge un certo eclettismo che concede pochi punti di riferimento precisi.
Come sempre in questi casi molto curato l’aspetto vocale, ritornelli efficaci, energia ed emozionalità in perfetto equilibrio, in sintesi un onesto lavoro pop-rock che scivola via tranquillo e lineare con poche cadute di tono ma anche carente di hits dal livello eccelso.
Probabilmente tra la miriade di radio che si occupano regolarmente della musica di Nirvana, Foo Fighters, Audioslave, ecc, qualcuna deciderà di programmare le abbordabili “Talk to me” o “Right to resist”, ma sono certo che dopo un paio di mesi saranno già nel dimenticatoio.