Qualche mese fa i monregalesi Quarantena hanno toccato i dieci anni di attività, e lo hanno fatto dando alle stampe quello che è il loro terzo album: "I Miei Idoli".

Nel terminare la recensione del precedente "Tre", avevo auspicato di ritrovarli "un po' più cattivi e grintosi..", ma alla resa dei conti, questo non si è avverato, infatti, i Quarantena non si schiodano dal loro Punk Rock, eretto sulle fondamenta dell’Hardcore melodico californiano con un pizzico di Pop ed un tocco cantautorale a caratterizzare il tutto. Tuttavia sono evidenti tanto gli sforzi fatti per realizzare dei brani musicalmente ben caratterizzati e diversificati tra loro, tanto l'impegno messo a livello lirico, dove i "I Miei Idoli" raccontano le proprie storie, alcune più esplicite e dirette altre più ermetiche. Da Manolis Glezos, eroe della Resistenza greca e poi attivo nella vita politica della propria patria, al grido di protesta di un Bourgeois Boheme, passando per quello di ammonimento di un Clochard o il senso di amarezza di un Alpino dalla Campagna di Russia. Spicca l'omaggio a Luca "Abort" cantante dei Nerorgasmo, e sorprendo i rimandi ad un personaggio letterario (alter ergo dello scrittore John Fante e che campeggia sulla copertina del disco) quale Arturo Bandini e all'anarchico Gaetano Bresci.

La canzoni scorrono via bel suonate, con le chitarre di Giro e Psyduck sempre incisive e accattivanti , ben sorrette dal lavoro di Bruno e Albe, e interpretate con piglio e convinzione dallo stesso Giro, ma non mancano di far capolino anche degli ospiti, membri di altri gruppi della scena Punk Rock italiana, nello specifico: Dario (Crancy Crock), Zamu (Duracel), Fausto (Antefatti), Dani (Yokoano), Ette (The Crooks), Chicco (Latte+),

Per quanto senta la mancanza di un pezzo ai livelli di "Le teorie del Però", i Quarantena fanno un bel balzo in avanti.




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