Gli
Hardholz si erano formati nel 1984 quando ancora la Turingia si trovava nella Repubblica Democratica Tedesca, ma per realizzare il loro album d'esordio hanno dovuto andare ben oltre la caduta del muro di Berlino, dato che "Jäger und Gejagte" risale al 1995. E praticamente lì si è poi fermato il loro percorso musicale, almeno sino a un paio di anni fa, quando in occasione del trentennale della band, tre dei membri originali hanno pensato bene di arruolare un nuovo cantante e di rimettersi in pista.
Il risultato è il loro secondo album, dove sono recuperati alcuni brani dal loro esordio, che esce ora per la
Massacre Records. Tuttavia i risultati ottenuti da "
Herzinfarkt" non sono quelli sperati.
Un Heavy Metal dalle ritmiche serrate e modi ruvidi, anche per il cantato (non esaltante peraltro) in tedesco da parte di
Kelle, che non pare essere in grado di provocare un "attacco di cuore" e in realtà neanche qualche sussulto, visto che tranne pochi casi le canzoni sfilano via senza mostrare particolari attrattive e dichiaratamente demodé. Un trend spezzato dalla largamente acustica "
Praeludium Wielandia" e in questo difficilmente collocabile nell'economia del disco, ma anche dallo strumentale "
Bonusdreck" e soprattutto dalla conclusiva "
Spiel Mir Das Lied Vom Tod", nient'altro che la reinterpretazione della colonna sonora composta da Ennio Morricone per il film "C'era Una Volta il West".
Per un primo approccio proverei con la titletrack, per i suoi cambi di ritmo e chitarre spassionatamente maideniane, al più con "
Hartholz" e il basso di
Der Hölzer in bella evidenza.
Una nuova chance, non sfruttata a dovere.
I was born to
reviewHear me while I
write... none shall hear a lie
Report and
interview are taken by the will
By divine right hail and
write
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