Copertina 8

Info

Anno di uscita:2016
Durata:47 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. LIGHT THIS PARTY UP
  2. DOWN
  3. THAT ONE
  4. THE BEST DAMN THING
  5. MISS MAYHEM
  6. PAY IT FORWARD
  7. FOUND
  8. CROWDED SOLITUDE
  9. LET ME IN
  10. ALL HANDS ON DECK
  11. WE CONNECT
  12. (I WISH I HAD A) CONCRETE HEART
  13. EARTH TO ANGEL

Line up

  • Rick Springfield: vocals, guitars
  • George Nastos: guitars
  • George Bernhardt: guitars
  • Tim Pierce: guitars
  • Matt Bissonette: bass, background vocals
  • Jorge Palacios: drums, percussion
  • Jim Cox: keyboards
  • Craig Eastman: fiddle
  • John Jorgenson: pedal steel
  • George Doering: banjos, mandolins, additional acoustic guitar
  • Steve Stokes: additional violin and banjo

Voto medio utenti

A Rick Springfield evidentemente piace mettermi in difficoltà. Nel recente passato avevo cercato di persuadere i gloriosi lettori di questa webzine che la sua musica non era un esclusivo articolo da nostalgici e che poteva soddisfare egregiamente le esigenze d’intrattenimento del pubblico del terzo millennio e lui cosa fa? Mi sforna un album, questo “Rocket science” impregnato di sonorità country, un genere dai caratteri non esattamente “rivoluzionari”.
Ora il “difficile” è convincere chi non conosce la tempra dell’esperto australiano (i suoi estimatori sanno bene che pure le sonorità più tradizionali nelle sue mani possono assumere un’eccezionale verve espressiva …) dell’assoluta “freschezza” di tredici nuove composizioni che sfruttano le peculiarità tipiche del roots-rock e le impastano con un approccio melodico istantaneo e brioso, arrivando a conquistare irrimediabilmente i sensi dell’astante già al primo contatto.
Una scelta stilistica per certi versi un po’ “azzardata” e che però, d’altro canto, potrebbe finire per attrarre qualche fan dell'indie-folk e del new-country, oppure magari l’audience dell’ultimo Kid Rock, ma lasciatemi anche dire che Springfield sotterra sotto cumuli di classe e di attitudine genuina la pantomima inscenata dall’ex rapper di Detroit.
Indipendentemente da ogni accessoria valutazione di target, quello che resta è un disco di grande valore, scritto in collaborazione con Matt Bissonette (bassista per David Lee Roth, Joe Satriani, Elton John, …) e fatto di anthem solari e irresistibili ("Light this party up"), di melodie velate di malinconia (la splendida “Down” e la delizia acustica “Found”), di potenziali hit radiofonici (“That one”, "The best damn thing”, “Pay it forward” "Crowded solitude” e l’intensa "We connect”, in cui viene recuperato lo spirito dell’eccellente “Songs for the end of the world”), di vibranti infusioni blues (“Miss Mayhem”) e d’intriganti miscele pop-celtic-rock (“All hands on deck”), da ascoltare e riascoltare senza remore, ricevendone sempre dosi imponenti di appagamento cardio-uditivo.
Rick Springfield si conferma ancora una volta un artista poliedrico, motivato e intraprendente, illuminato da un talento enorme e da una capacità comunicativa rara, che non accennano ad affievolirsi nemmeno dopo tanti anni di onorata carriera … in una parola un “Grande”, che merita tutta la vostra attenzione e i vostri sudati risparmi.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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