"Ultima Specie", uscito sul finire del 2013, arriva solo ora sulle nostre pagine spinto dalla ferrea volontà di questa formazione laziale di non far cadere del dimenticatoio il proprio esordio discografico, realizzato in collaborazione con la Revalve Records.

Gli Hecate ti sbattono, letteralmente, in faccia poco meno di una ventina di minuti di Death e Grind Metal brutale e furente, tra Morbid Angel, Krisiun o Napalm Death, e che, anche per la scelta delle liriche in italiano, mi ha fatto pensare ai Subhuman.
Infatti, dopo i trenta secondi dell'introduttiva e inquietante "Anneliese", è subito la titletrack a lasciare deflagrare la violenza e la rabbia che gli Hecate hanno riservato per questa loro fatica. Devastante, soprattutto a livello ritmico, anche la seguente "Senza Pietà", una canzone che vuole e si impegna a tenere fede al proprio titolo. E' ancora il batterista Marco Nalli a dare spintoni ad una "Raza Odiada" interpretata in maniera feroce dal cantante Anti Christian, e se l'assalto sonico di "Indignati" viene per un solo attimo spezzato dal basso di Ivan Noce prima di tornare a caricare a testa bassa, con "Bestia Quieta" gli Hecate rallentano, almeno inizialmente, i ritmi a favore di toni cupi e sommessi, ma lesti poi a lanciarsi in brucianti accelerazioni. "Il Buio" è un altra scheggia lancinante e furibonda tanto quanto la conclusiva "Infame", quest'ultima caratterizzata prima dalle rasoiate di Eliano Zomparelli e poi dai passaggi rallentati e doomeggianti piazzati nella seconda metà della canzone.

"Ultima Specie" non paga pegno per i due anni che sono trascorsi dalla sua realizzazione, sia per l'inamovibilità dello stile musicale perseguito, sia per la validità delle canzoni, a livello esecutivo e per resa sonora (è stato registrato presso i Kick Recording Studio di Marco Mastrobuono).

Bene. Ora è tempo che facciano uscire qualcosa di "nuovo".




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