Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:45 min.
Etichetta:Equilibre
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BEHIND THE LIGHT
  2. PUNISHER
  3. NOTHING IS REAL
  4. GOD BLESS THEM
  5. CABAL
  6. I 8 U
  7. DEVIL STAR
  8. BLESSED
  9. LIVE YOUR LIFE (SHAWN06)
  10. GET AWAY
  11. DEPENDENCE
  12. HYPOCHRIST (THE DOGS OF GOD)

Line up

  • Steve "Zuul" Petit: vocals
  • Blast: guitars
  • Aurélien: drums
  • Shag: bass

Voto medio utenti

Forse gli Zuul Fx non saranno crossover nel senso che di solito si attribuisce a questo termine, però se lo intendiamo come un cavalcare in maniera equa generi affini ma diversi, allora il gruppo francese può essere tranquillamente definito così. Seguendo le orme dei migliori Fear Factory, gli Zuul Fx costruiscono un lavoro intelligente e credibile, omogeneo nonostante la grande varietà di soluzioni stilistiche adottate dai nostri. Ovviamente è la chitarra a fare da padrona, con granitici riffoni a metà tra il thrash e il new metal, forse un pò derivativi ma pur sempre trascinanti. Il cantato di Steve Petit gode di incredibile varietà: a partire dal classico misto di growling e screaming fino ad arrivare alla voce pulita (al limite dell'emo rock), si può notare una grande ricerca che però deve ancora essere affinata per portare ad un risultato definitivo. Le canzoni si muovono tutte su strutture piuttosto massicce e simili tra loro, mostrando in questi frangenti tutte le qualità e allo stesso tempo i limiti del gruppo. Purtroppo i pezzi sembrano tutti un pò la stessa cosa, e solo alcuni di essi riescono ad emergere in maniera netta. Ad esempio "Cabal", introdotta da un sognante pianoforte ed intermezzata da un bel ritornello con voce più profonda. Oppure la ritmata "Devil Star", che sembra uscire da uno degli storici album dei Prong con una vena di brutalità in più! Per circa due terzi dell'album la musica dei Zuul Fx rimane consistente e coinvolgente, prima di scivolare in sottofondo fino alla conclusione con la brutta ed inutile "Hypochrist (Dogs Of God)", che poteva tranquillamente rimanere fuori dall'album. Insomma, nonostante ci sia ancora qualcosa da migliorare, da tempo non sentivo un album così potente ma allo stesso tempo ben congegnato. Un lavoro in cui non si ha mai l'impressione che l'aggressione sia fine a sé stessa, ma che piuttosto sia sapientemente inserita in un contesto di alienazione generale. Si può ancora migliorare... nel frattempo ci godiamo questo "By The Cross"!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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