Onfall - Through These Days Of Steel

Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:34 min.
Etichetta:Lucifer's Legions
Distribuzione:Synaptic

Tracklist

  1. INTRO
  2. CONTAMINATION
  3. UPRISING
  4. THIS DYING WORLD
  5. THROUGH THESE DAYS OF STEEL
  6. A LIFETIME TO COMMITMENT
  7. OBEDIENCE AND SUFFERING
  8. LIVE ALONE... DIE ALONE!!!
  9. ALONE IN A CROWD
  10. ANOTHER DAY PASSES BY...

Line up

  • Paolo: vocals
  • Giorgio: guitars
  • Marcello: bass
  • Carlo: drums

Voto medio utenti

Non sono poche le band che hanno iniziato le loro carriere proponendo hardcore old-style, ma che in seguito hanno deciso di "imbastardire" quel tipo di sound mischiandolo con il metal più estremo, e gli Onfall fanno proprio parte di tale categoria... Agli esordi (cioè circa dieci anni fa) il quartetto partenopeo veniva paragonato a gente come Sick Of It All e Integrity, ma da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, difatti questo "Through these days of steel" è un disco molto potente e brutale, che può essere tranquillamente inserito nel filone metalcore (ossia il genere più "cool" del momento...). C'è da dire che il livello di popolarità raggiunto dallo stile musicale appena citato fa davvero impressione: in pratica è un po' come se, in maniera del tutto improvvisa, persone legate a scene differenti avessero scoperto di poter avere una passione comune! È ovvio che mi riferisco agli HC fans e ai patiti di brutal death metal, che fino a qualche annetto fa rappresentavano due tipologie di ascoltatori ben distinte, e che ora invece si confondono gli uni con gli altri. La conseguenza di questo cambiamento è che formazioni come gli Onfall hanno la possibilità di farsi apprezzare sia da chi ha tutti i cd dei Madball che da coloro che invece hanno l'intera discografia dei Cannibal Corpse, e non mi pare una cosa da poco!! Tra l'altro bisogna aggiungere che, ora come ora, è piuttosto piacevole ascoltare lavori come "TTDOS", specie per chi (come me) era piuttosto stufo di avere a che fare con gruppi capaci solo di copiare quello che alcuni "numi tutelari" del death più corrotto e abrasivo avevano fatto nei primissimi anni novanta. I quattro ragazzi napoletani hanno saputo dar vita a brani con una struttura molto varia, caratterizzati da elementi come l'aggressività, il tecnicismo e la linearità dei riff. La loro performance è valida sia per ciò che riguarda la parte suonata che quella cantata, difatti entrambe appaiono convincenti in tutte le tracce incluse. Ho l'impressione che questo materiale, oltre che su disco, renda molto bene in sede live, per cui se siete appassionati del genere a cui la band è dedita non posso che consigliarvi l'album che ha appena realizzato, ma anche di non perdere i concerti con cui sarà impegnata nei prossimi mesi...
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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