Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2016
Durata:50 min.
Etichetta:Non Serviam Records

Tracklist

  1. AS THE SILVER CURTAIN CLOSES
  2. SAGA NORTH
  3. BEYOND THE MOUNTAINS OF RIME
  4. DARK PROPHECIES
  5. RAGNARöK
  6. COLD
  7. WITCHES HAMMER
  8. FROSTLAID SKIES

Line up

  • Hravn: guitars, vocals
  • B.C. : bass
  • Throllv: drums

Voto medio utenti

Per la serie "piccoli Immortal crescono", ecco a voi il terzo full album degli svedesi Rimfrost, auto intitolato, che viene rilasciato, questa volta, per la Non Serviam Records, dopo che i precedenti erano stati licenziati da No Colours e Season of Mist.

Dicevo degli Immortal...
se conoscete capolavori come "At the Heart of Winter" e "Sons of Northern Darkness", sapete esattamente cosa aspettarvi da questo album: stesse atmosfere nordiche ed epiche, stesso riffing vagamente thrash, stessi blast beast, stesse inflessioni melodiche, addirittura una voce molto simile a quella di Abbath, suoni vicinissimi agli originali e tematiche identiche, insomma se non siamo al cospetto di una copia carbone, poco ci manca!
Di fronte ad una evidenza di questo genere mi resta poco da dire.
Se originalità e personalità per voi sono elementi fondamentali nella musica, qualunque tipo di musica ovviamente, lasciate stare questo disco e questo gruppo.
Se, al contrario, guardate solo alla qualità, infischiandovene di influenze e/o plagi, allora una possibilità a "Rimfrost" la potete tranquillamente concedere.
Sapete perchè?
Perchè brani come le epicissime "Saga North" (un titolo un programma), "Ragnarök" o "Frostlaid Skies" sono dei piccoli gioielli di puro e gelido Nord che non avrebbero sfigurato nei migliori lavori della ex band del già citato Abbath e ci danno prova, insieme con tutto il resto dell'album, che un determinato tipo di musica, quando suonata in modo convincente come nel caso in oggetto, resta in ogni caso affascinante e maledettamente coinvolgente.
Ovviamente l'originale è meglio e va da se che i Rimfrost non sono, e probabilmente non saranno mai, gli Immortal, ma la storia del metal (e non solo) è piena di gruppi che, in un modo o nell'altro, ne omaggiano degli altri senza per questo avere meno dignità o avere meno possibilità di essere apprezzati.
E poi diciamocela tutta: meglio imitare gente come gli Immortal piuttosto che roba alla Bring me the Horizon... no?

Che il permafrost vi ghiacci fino al midollo!
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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