Ormai è chiaro che i
Rossometile possiedono una personalità artistica inquieta e ambiziosa: quattro dischi, costanti aggiustamenti nella
line-up (soprattutto nella gestione microfonica) e una versione sempre diversa della loro visione artistica, animata da
pop,
rock,
prog,
metal e
dark.
Con l’ingresso della cantante
Marialisa Pergolesi il gruppo decide, per il nuovo albo denominato “
Alchemica”, di accentuare abbastanza pesantemente gli aspetti enfatici e malinconici della miscela sonora, complicando, almeno per quanto mi riguarda, il giudizio nei suoi confronti.
Da un lato, anche in questa nuova avventura dai vividi contorni
symphonic-gothic, la formazione campana non perde il suo gusto innato per le melodie adescanti e mantiene al tempo stesso un approccio poetico e mai banale alla lingua di
Dante, mentre dall’altro, scegliendo in qualche modo di avvicinarsi a Lacuna Coil, Epica e Nightwish, sembra svilire leggermente la sua unicità, in un panorama musicale in cui sapersi “distinguere” è diventato un’autentica rarità.
Forse sarò fin eccessivamente “severo”, poiché il lavoro è “oggettivamente” piuttosto coinvolgente e appassionante, ma devo necessariamente avanzare qualche riserva su una scelta stilistica che non condivido pienamente e che rischia di far accostare la
band a una massificazione che non le appartiene, per talento, ispirazione e mezzi espressivi.
Ciò detto, non è possibile, in ogni caso, ignorare la classe con cui
Rosario Reina (autore di una prova , come di consueto, eccellente) e i suoi sodali affrontano la nuova “sfida”, e nonostante i dubbi, non finire per essere soggiogati da brani fascinosi come “
Amore nero”, “
La Fenice” e “
Il lato oscuro”, o ancora dalle magiche armonie di “
Le ali del falco” e “
Guerriero senza re”, tutti esempi di una forma di
gothic rock n’ metal made in Italy di cui poter andare fieri.
Pur nella loro perfezione formale, la maggiore prevedibilità delle ambientazioni operistiche di “
Nel solstizio d’inverno” e delle orchestrazioni di “
Pandora” e “
Candore” suscita sensazioni leggermente più “tiepide”, laddove apprezzabili risultati li conseguono la spigliatezza di “
Viaggio astrale” e le riproposizioni di “
Ripetizione” e “
Terrenica”, due brillanti frammenti prelevati dalla passata discografia dei nostri, assai efficaci pure nell'attuale trascrizione.
I
Rossometile rimangono una realtà “viva” e interessante dell’
underground tricolore e anche se avrei sinceramente auspicato per loro un’evoluzione “differente” (magari più coerente con il percorso esibito nel precedente “
Plusvalenze”), mi auguro con tutto il cuore che la direzione intrapresa possa farli emergere e conquistare quella visibilità che meritano.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?