I tedeschi
Caliban giungono alla prestigiosa soglia del decimo full-lenght, e subito viene da gridare al miracolo.
Ancora una volta dovrò ripetere la solita solfa. Ovvero, e vado a spiegarmi, nel premettere che il disco è suonato e prodotto al meglio, che le composizioni sono variegate per il connubio tra potenza, melodia e dinamismo, ci troviamo di fronte ad una band che ricicla se stessa e le altre mille bands simili che affollano il panorama del cosiddetto metalcore, tutto giocato su alternanza tra groove e melodia, con un singer perennemente in overdrive, ritmiche scolpite nel cemento esaltate da stacchi furibondi.
Poi è chiaro che esistono le sfumature e gli estremi, così, per esempio, “
Left For Dead” è maggiormente votata alla brutalità, mentre “
Broken” è un bellissimo pezzo melodico, con voce pulita e atmosfere più user-friendly.
È sempre difficile esprimere un giudizio in questi casi, perché tutto dipende dalla prospettiva dalla quale si osserva il disco.
Se facciamo mente locale alla premessa che ho fatto, è chiaro che questo disco è da stroncare senza pietà perché è intellettualmente disonesto, tuttavia c’è a chi piace, c’è chi vuole ascoltare sempre lo stesso disco, anche per la decima volta di fila, fregandosene di tutto il resto.
Se vi piace questa musica troverete pane per i vostri denti, gli altri risparmiassero pure i loro soldi.
Per quanto riguarda il voto, non mi va di stroncarli con un 3, ma pilatescamente gli darò una piena sufficienza.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?