Dopo il fortunato episodio acustico di “
Sap”, gli
Alice in Chains ci riprovano con “
Jar Of Flies”, ep semi-acustico.
La band è ancora preda dei demoni della dipendenza, della quale ne fa le spese il bassista
Mike Starr, sostituito da
Mike Inez.
Mike Starr non si riprenderà più e verrà trovato morto in overdose nel 2011.
L’iniziale “
Rotten Apple” nasconde dietro al mood placido e notturno la solita storia di innocenza rubata da una vita dura e spietata con chi sbaglia. Nonostante l’umore devo dire che tuttavia la canzone concilia, con il suo andamento sinuoso, felpato.
“
Nutshell” è il capolavoro assoluto della band, la canzone simbolo di
Layne Staley, un pezzo incredibile che tira fuori tutta l’anima disperata e introspettiva del cantante. La chitarra di Cantrell commuove, le emozioni fluiscono copiose, la solitudine, al disperazione, la morte, diventano elementi vividi, si toccano con le mani, è possibile sentirne il respiro, l’afflato. Le ultime parole di Layne vengono sommerse dal clamoroso assolo di
Jerry Cantrell, che ti scava dentro, ti strappa l’anima da quanto è bello e disperato:
“If I can't be my own
I'd feel better dead”
“
I Stay Away” mitiga notevolmente la pesantezza del disco, sembra aprirsi a squarci di speranza, confermati dalla successiva “
No Excuses”, altro stupendo pezzo, che parla dell’amicizia tra Staley e Cantrell e dei loro alti e bassi, ma con la dichiarazione di Jerry che dice all’amico:
“You’re my friend
I will defend
And if we change, well I
Love you anyway”
La successiva “
Whale & Wasp” è una breve strumentale nella quale la chitarra di Cantrell assume un mood ‘oceanico’, smorzato da viole e violini, creando un’atmosfera suggestiva, quasi magica.
“
Don’t Follow” è un’altra grande hit della band, canzone melanconica e triste, suadente quando entra l’armonica, cantata per lo più da
Jerry Cantrell, tranne per il ritornello cantato da Staley. Canzone intimista e riflessiva, quasi un grido di stanchezza esistenziale, sintetizzato da quell’urlo finale “
Take me home!”.
Chiude il disco “
Swing On This”, pezzo quasi spurio rispetto al resto del disco, musicalmente aperto a varie influenze, ma con un testo che, sebbene denso di significato, sembra quasi scherzare con i problemi di Layne, il quale, nonostante gli inviti di amici e parenti, sostiene di stare bene e di voler essere lasciato in pace.
“
Jar Of Flies” nonostante non possa essere considerato un full-lenght è sicuramente uno dei lavori più rappresentativi della band, simbolizzando l’anima più intima e placida degli
Alice In Chains, dei quali rappresenta l’ennesimo capolavoro.