Con questo "
Old Routes", settima fatica discografica i
Visions Of Atlantis hanno perso una buona occasione.
Quale? Quella di cercare un po' di innovazione nel proprio sound, di far si che si renda riconoscibile, invece siamo di fronte all'ennesimo prodotto che suona "tutto scontato". Bassa originalità e mancanza di una peculiarità rendono "
Old Routes" abbastanza piatto e monotono, nonostante non si possa certo parlare di un brutto album peraltro anche ben prodotto. La consueta alternanza fra la voce femminile e maschile risulta ormai stucchevole anche perchè non c'è una vera contrapposizione vocale come se ci fossimo trovati davanti ad una "clean voice" e ad un "growl". Il disco non decolla, tra brani piu' ritmati e struggenti ballate ( "
Winternight" forse il pezzo più riuscito con la voce della brava
Maxi Nils in evidenza ), tutto sembra già sentito, il metal gotico-sinfonico dei Nostri non fa presa sull'ascoltatore nonostante qualche riff aggressivo ("
Lovebearing Storm") e l'uso sapiente dei synt. Insomma delle buone melodie non bastano per fare dei buoni pezzi, il suggerimento che mi sento di dare ai
Visions Of Atlantis è di osare un pò di piu'per evitare che la loro musica si muova su binari già segnati da altri
Epica o
Within Temptation sono su livelli per ora irraggiungibili
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