C'è un geniale individuo che anche lo scorso anno ci ha deliziato con uno degli album più riusciti nel suo campo ('
Tomorrow never comes' ), questi è il tastierista, cantante e compositore
Mark Mangold grazie alla restaurazione del mito
Touch, celebrato anche, o soprattutto, sulle pagine di Metal.it.
Mito perché durante la golden age (ovvero gli anni ottanta) i Touch inaugurarono il primo
Monsters Of Rock inglese, sulla base del debutto che ancora oggi rimane un fulgido esempio della commistione a massimi livelli del pomp con l'aor. Ma i Touch non furono la prima esperienza aor di Mark, visto che aveva già dato alle stampe almeno un classico con gli
American Tears, '
Powerhouse', dove vi erano impresse autentiche canzoni moloch come '
Can't Keep From Cryin''. Fonda nel 1986 quindi questi
Drive, She Said grazie all'incontro con il cantante e polistrumentista
Al Fritsch e con al seguito uno stuolo di ospiti davvero impressionante:
Bob Kulick,
Aldo Nova,
Tony Rey,
Fiona Flanagan,
Benny Mardones e
Kenny Aaronson.
Mark Mangold è uno dei grandi esteti dei tasti d'avorio, forse il massimo esempio USA con il divino
Gregg Giuffria, ma nei Drive, She Said, secondo una moda imperante nella seconda metà degli eighties, lo vede affrontare uno stile più 'asciutto', visto che il duo si cimenta in puro aor, proprio sullo stile dell'ospite Benny Mardones o di
Michael Bolton, con cui Mark ha collaborato.
Va anche annotato che '
Drive, She Said' è anche un album autoprodotto in un'epoca in cui i produttori erano semi divinità.
Come è capitato nell'ultimo 'Tomorrow Never Comes' anche 'Drive She Said' ha il suo tentativo di emulazione alla celeberrima '
Don't You Know What Love Is' e corrisponde al nome di '
Hard Way Home' (ed il titolo è tutto un programma!), a cui viene affiancata proprio il remake di '
Don't You Know' ripresentata in tutto il suo splendore, mentre '
Love has no Pride' è la tipica canzone aor appresa dai maestri
Foreigner, prossima ad alcune cose di '
Agent Provocator'. Se '
I Close My Eyes' è cantata in modo estatico da
Al Fritsch, '
If I Told You' potrebbe essere una versione più aor del primo inarrivabile
House Of Lords.
Ma è l'intero album che funziona e non mostra punti deboli, in quell'anno di grazia, il 1989, che per molti rockers come ho già avuto modo di scrivere per i Tangier rappresenta ancora oggi un vero spartiacque, e 'Drive, She Said' alla fine dell'anno risultò uno dei più riusciti dell'intera annata e oggi va ripescato come l'ennesimo disco classico in materia.