Hatebreed - The Concrete Confessional

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:33 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. A.D.
  2. LOOKING DOWN THE BARREL OF TODAY
  3. SEVEN ENEMIES
  4. IN THE WALLS
  5. FROM GRACE WE'VE FALLEN
  6. US AGAINST US
  7. SOMETHING'S OFF
  8. REMEMBER WHEN
  9. SLAUGHTERED IN THEIR DREAMS
  10. THE APEX WITHIN
  11. WALKING THE KNIFE
  12. DISSONANCE
  13. SERVE YOUR MASTERS

Line up

  • Jamey Jasta: vocals
  • Frank Novinec: guitars
  • Wayne Lozinak: guitars
  • Chris Beattie: bass
  • Matt Byrne: drums

Voto medio utenti

Nel corso di una carriera più che ventennale gli Hatebreed hanno iscritto il proprio nome nella hall of fame dell’hardcore e, più in generale, della musica pesante.
Il settimo full-lenght, il qui presente “The Concrete Confessional”, ce li presenta incazzati come sempre, affilati e deflagranti, forieri di un costante e indomito assalto sonoro, condito di invettive sociali e politiche urlate come se non ci fosse un domani dal carismatico singer Jamey Jasta.
Ciò detto potremmo anche chiudere qui la recensione.
Tuttavia corre l’obbligo, premesso che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, di dare conto del fatto che il disco fila via abbastanza velocemente, con picchi che possono essere rinvenuti nell’accoppiata costituita da “From Grace We’ve Fallen” e da “Us Against Us” e da “The Apex Within” che aggiunge dei cori Oi! al pezzo che fanno un effetto tanto strano quanto piacevole.
Ottima anche “Remember When” che, nell’incipit, sembra richiamare i Machine Head di “The More Things Change”, a riprova della maggiore vicinanza al metal piuttosto che al punk della band di New Haven.
Il resto è hardcore/metalcore tirato, teso, violento, con notevoli break nei quali il groove supera i livelli di guardia, a riprova che la band, nonostante il peso degli anni, è ancora in forma e ha ancora voglia di spaccare.
Ciò che stroncheremmo in altre band più giovani ci riesce di apprezzare negli Hatebreed. In fondo a noi basta che continuino così, a spaccare culi che per le avanguardie abbiamo già dove rifornirci altrove.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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