Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:non disponibile
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. JUMALTEN AIKA
  2. RUTTOLEHTO INCL. PäIVäTTöMäN PäIVäN KANSA
  3. SUDEN TUNTI
  4. MIMISBRUNN
  5. IHMISEN AIKA (KUMARRUS PIMEYTEEN)

Line up

  • Ville Sorvali: harsh vocals, bass
  • Henri Sorvali: guitars, clean vocals
  • Marko Tarvonen: drums, acoustic guitars
  • Mitja Harvilahti: guitars
  • Markus Eurén: keyboards

Voto medio utenti

Preannunciato come un ritorno a vecchie sonorità black metal pure senza abbandonare lo stampo pagano caratteristico della band, ecco che a ben cinque anni dal precedente (e splendido) "Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa" tornano i Moonsorrow, inalterati non solo nella loro lineup capitanata come al solito dai cugini Sorvali ma anche nella direzione musicale.

"Jumalten Aika", il tempo degli Dei, è un disco meraviglioso, epicamente commovente, eroico e fiero come ce ne sono pochi in giro.

Checchè ne dicano le note biografiche o le dichiarazioni rese dalla stessa band, già il disco precedente aveva pigiato nuovamente sull'acceleratore, tornando ad enfatizzare anche le partiture più aggressive o violente, ma senza richiamare assolutamente gli esordi pre-"Kivenkantaja" del 2003 nè tantomeno accantonare tutte quelle magiche caratteristiche viking folk che i Moonsorrow riescono a rendere uniche, con cori sublimi, di una cura unica grazie ad una realizzazione certosina, una produzione quasi cinematografica (pur senza stavolta tutte le introduzioni e le narrazioni usate in ""Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa").

E' quindi da "V: Hävitetty" del 2007 che i Moonsorrow hanno iniziato questo cammino a ritroso, quasi "anticommerciale" potremmo dire, ammesso che ci sia mai stato qualcosa di commerciale nella loro proposta, fatta di brani della durata di un quarto d'ora urlati in lingua finlandese, ma la cosa che incanta è che la qualità rimane sempre altissima, quasi inarrivabile, e la doppietta iniziale costituita dalla title track in apertura seguita dalla maestosa "Ruttolehto", il cui break centrale con il crescendo dei cori si segue con i brividi, con gli occhi chiusi immaginando i nostri intorno al fuoco, con la neve che scende e le intemperie, i torvi uccelli che minacciosi scrutano dall'alto, i tamburi di guerra che risuonano in sottofondo, gli zufoli e ed i violini che accompagnano le declamazioni del capotribù e del suo popolo, fino all'esplodere totale del pathos in uno dei chorus più epici che abbia mai avuto modo di ascoltare nella mia vita, ed inutile dire quanto questo brano sia candidato ad uno dei migliori della loro immensa discografica.

"Suden Tunti" è un po' il crocevia del disco, l'unico brano di "breve durata" con i suoi sette minuti cadenzati e tortuosi, prima di piombare nella seconda metà del disco, nuovamente con due brani della durata di oltre un quarto d'ora, e nuovamente immersi nella feroce naturalità di "Mimisbrunn", ennesimo viaggio nell'universo pagano dei Moonsorrow, da sempre scevro di tutte le componenti danzerecce o folk intese come atmosfere allegre o rilassate ed invece denso di rabbia, battaglia e ferocia, come suggellato dalle sfuriate simil black metal che ogni tanto emergono tra le sanguinose poesie raccontateci con cotanta grazia dai cinque finnici.

L'onore di chiudere un'opera pressochè perfetta come "Jumalten Aika" va alla conclusiva "Ihmisen Aika", ovvero "L'era dell'uomo", che suggella una prestazione magistrale, l'ennesima, della band di Helsinki, con un brano tiratissimo, questo sì pienamente black metal come loro non suonavano da anni, in cui si scatena la battaglia, le urla di guerra coprono l'odore del sangue caldo che affonda nella neve, mentre tutto intorno a noi brucia e rovina, con il mare sullo sfondo che infuria, incurante di ogni sorte umana.

Nell'epico coro conclusivo ci abbandoniamo, in un finale devastante, che mette a dura prova le nostre emozioni:

"Ikuinen rauta
Vapauta minut tästä
Sivalla niitä jotka valkeus lumosi
Tuli ja kuolo
Tuhotkaa sodan airut
Tai teistä jokaisen iäksi kiroan
Ja kukuni viimeisen kirjoitan"

"Eternal iron
Free me from this
Lash all those enchanted by light
Fire and death
Destroy the harbinger of war
Or I'll curse you all for eternity
And write my final chapter"


In un'epoca triste, buia, per la scena metal, ormai purtroppo invaso dalla forma e sempre più vuoto di sostanza, in cui ormai la fanno da padrone sciacquette giapponesi prestate dagli hentai, trucidone dal porno o ragazzini brufolosi con la frangetta e la gelatina che fanno a gara a scegliere il nome della band più lungo ed astruso e quando ti verrebbe voglia di chiudere baracca e burattini e rituffarsi a piene mani nel metal di tanti anni fa, i Moonsorrow ti ridanno la speranza per il futuro e la certezza di poter ascoltare ancora Musica Metal, entrambi con la M maiuscola, di pura passione, qualità, rabbia.

Il fatto che a pubblicare questo disco sia proprio la Century Media... beh, lo voglio interpretare come un segno.

Degli Dei, appunto.

Ps: ciliegina sulla torta più buona del 2016, le cover della limited edition ovvero "Soulless" dei Grave e "Non Serviam" dei Rotting Christ, non solo ottime scelte ed ottimi gusti anche in campo death/black metal da parte dei Moonsorrow, ma anche rese in maniera esemplare e magnifica!



Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 mag 2016 alle 20:47

Con i Moonsorrow ammetto di avere un rapporto particolare. Ricordo i tempi di Suden Uni, quando ancora non se li filava nessuno, come rimasi affascinato dalla loro proposta musicale, che riesce come poche altre a trasportarmi letteralmente nelle lande nordiche con suoni e arrangiamenti davvero in grado di emozionare l'ascoltatore, tanto da spingermi a prendere un volo per Helsinki pur di vederli dal vivo. Da allora ne è passata parecchia di acqua sotto i ponti ed ora è sicuramente più facile vedere la band dal vivo, ma l'importante è che i Moonsorrow non hanno ancora sbagliato mezzo colpo inanellando una serie di album di altissima qualità. Non fa eccezione Jumalten Aika che riesce nell'intento di mantenere intatte melodie folk e armonizzazioni epiche/atmosferiche ritrovando anche quella vena black metal da sempre presente nel DNA dei nostri. L'album è un susseguirsi di canzoni, come sempre articolate e strutturate su più livelli di ascolto, che non possono lasciare indifferenti l'ascoltatore che si ritrova magicamente immerso in un mondo musicale magistralmente costruito per coinvolgere ed emozionare. Nota di merito anche alle due cover che si aggiungono alle precedenti, riuscitissime (andate ad ascoltare la loro versione di For Whom the Bell Tolls...), reinterpretazioni della band. Il punto debole potrebbe, come evidenziato da altri, essere la produzione: a mio parere non tanto a per i suoni ma quanto per il bilanciamento dei vari volumi. Ma questo è, come si usa dire, il classico pelo nell'uovo. Giusto!Bilanciamento dei volumi,concordo.....pensa che io se non ricordo male li ho boicottati al Tuska metal festival ad Helsinki...credo nel 2003 ...li ho conosciuti dopo e mi mangio ancora le mani!....e di recente me li sono persi per problemi familiari....prima o poi li vedro' qui o in madre patria

Inserito il 01 mag 2016 alle 14:31

Con i Moonsorrow ammetto di avere un rapporto particolare. Ricordo i tempi di Suden Uni, quando ancora non se li filava nessuno, come rimasi affascinato dalla loro proposta musicale, che riesce come poche altre a trasportarmi letteralmente nelle lande nordiche con suoni e arrangiamenti davvero in grado di emozionare l'ascoltatore, tanto da spingermi a prendere un volo per Helsinki pur di vederli dal vivo. Da allora ne è passata parecchia di acqua sotto i ponti ed ora è sicuramente più facile vedere la band dal vivo, ma l'importante è che i Moonsorrow non hanno ancora sbagliato mezzo colpo inanellando una serie di album di altissima qualità. Non fa eccezione Jumalten Aika che riesce nell'intento di mantenere intatte melodie folk e armonizzazioni epiche/atmosferiche ritrovando anche quella vena black metal da sempre presente nel DNA dei nostri. L'album è un susseguirsi di canzoni, come sempre articolate e strutturate su più livelli di ascolto, che non possono lasciare indifferenti l'ascoltatore che si ritrova magicamente immerso in un mondo musicale magistralmente costruito per coinvolgere ed emozionare. Nota di merito anche alle due cover che si aggiungono alle precedenti, riuscitissime (andate ad ascoltare la loro versione di For Whom the Bell Tolls...), reinterpretazioni della band. Il punto debole potrebbe, come evidenziato da altri, essere la produzione: a mio parere non tanto a per i suoni ma quanto per il bilanciamento dei vari volumi. Ma questo è, come si usa dire, il classico pelo nell'uovo.

Inserito il 01 mag 2016 alle 11:08

A me piace molto come tutto il resto della discografia ma a me sembra che la produzione faccia schifo !!!! Era meglio quando non erano Century Media....o meglio non so se e' un problema di produzione,sono sempre stato ignorante su questo aspetto ma il volume di base mi risulta basso ed i suoni troppo sovrapposti ...difficile spiegare....e per fortuna che ho preso l'edizone speciale....cmq concordo con un 8,5....anche se dopo i primi ascolti avrei dato anche 9!

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